10 curiosità su Winnie the Pooh e il suo autore, A. A. Milne

Dal difficile rapporto dello scrittore con il figlio Christopher Robin all'intuizione della t-shirt rossa

Moriva il 31 gennaio 1956 lo scrittore britannico Alan Alexander Milne, meglio conosciuto come A. A. Milne, famoso soprattutto per la serie di libri per bambini con protagonista l’orsetto Winnie the Pooh.

Pensate di sapere proprio tutto – complici le letture infantili, la Disney e ultimo solo in ordine di tempi il film di Simon Curtis “Vi presento Cristopher Robin” (qui potete leggere la recensione su Parole a Colori) – dell’autore e del suo celebre personaggio?

Riprendendo un pezzo di MentalFloss, ecco 10 curiosità sull’ideatore del Bosco dei cento acri e dei suoi abitanti, e sui libri stessi, che forse potrebbero ancora lasciarvi a bocca aperta.

 

1. È COMINCIATO TUTTO CON UN CUCCIOLO DI ORSO…

Durante la Prima guerra mondiale, un soldato canadese di nome Harry Colebourn prese come animaletto da compagnia un cucciolo di orso nero acquistato da un cacciatore per 20 $. Chiamato Winnipeg – o “Winnie” in breve – l’orsetto divenne una sorta di mascot della truppa e in seguito un residente del Giardino zoologico di Londra. Tra i suoi più grandi ammiratori, un bambino di nome Christopher Robin Milne, figlio dello scrittore A. A. Milne, che decise di chiamare il suo orsetto di peluche come lei, Winnie.

2. … E CON CHRISTOPHER ROBIN 

Negli anni ’20 Milne iniziò a scrivere racconti e poesie che confluirono poi nei libri “When We Were Very Young” (dove si parla per la prima volta di un orso di nome Edward e di un cigno di nome Pooh), “La strada di Pooh”, “Now We Are Six” e “Winnie-The-Pooh”. È stato in queste storie che gli animali di pezza di Christopher Robin Pooh, Tigro, Pimpi, Ih-Oh, Kanga e Roo hanno fatto il loro debutto letterario. Molti dei pupazzi originali sono in mostra alla New York Public Library – eccezion fatta per Roo, che andò perso in un meleto negli anni ’30. Il gufo Uffa e il coniglio Tappo vennero invece ispirati dagli animali che si trovavano all’esterno della casa della famiglia Milne.

3. L’ILLUSTRATORE E. H. SHEPARD TESE UN’IMBOSCATA A MILNE PER OTTENERE IL LAVORO

Shepard e Milne avevano un amico in comune, lo scrittore E. V. Lucas, che credeva che il primo sarebbe stato perfetto per il difficile compito di tradurre il mondo fantastico immaginato da Milne in immagini. Milne, però, era riluttante ad assumere un vignettista politico e allora Shepard prese l’iniziativa. Come è stato raccontato da uno dei vicini di casa dei Milne, Shepard vagò per la foresta di Ashdown – che ha ispirato il Bosco dei cento acri – e buttò giù una serie di schizzi. Poi si presentò a casa Milne, consegnò il suo lavoro allo scrittore e così riuscì a ottenere il lavoro.

4. A. A. MILNE È STATO UN SOLDATO E UN COMMEDIOGRAFO

Milne viene ricordato principalmente per i libri di Winnie the Pooh, ma in realtà la sua biografia è molto più ricca. Durante la Prima guerra mondiale, servì nel Royal Warwickshire Regiment prima di essere arruolato nell’intelligence militare. Questa esperienza ispirò il romanzo “Peace With Honour”, dove denuncia le atrocità della guerra. Lavorò come assistente di redazione per il magazine “Punch”, fu così che conobbe sia Shepard sia Lucas. Tra il 1903 e il 1925, pubblicò 18 commedie e tre romanzi.

5. LA TRADUZIONE IN LATINO DI WINNIE THE POOH È STATA TRA I BEST-SELLER DEL NEW YORK TIMES

“Winnie Ille Pu”, la traduzione del 1960 del Dr. Alexander Lenard, rimase tra i best-seller del New York Times per 20 settimane. Con 21 ristampe e 125.000 copie vendute è l’unico libro in latino ad essere mai riuscito in una simile impresa – recensioni dell’epoca lo definirono “il miglior libro di sempre in una lingua morta”. Il successo dimostra anche la popolarità di Winnie the Pooh. Le sue avventure sono state tradotte in oltre 50 lingue.

6. IL VERO CHRISTOPHER ROBIN ODIAVA IL PADRE E POOH

Essere ricordato a vita come il bambino tenero del Bosco dei cento acri non andava a genio a Christopher Robin Milne. Come il padre prima di lui, divenne uno scrittore, ma nei suoi libri raccontò la sua infanzia in termini tutt’altro che lusinghieri. “Ho sempre avuto l’impressione che mio padre avesse ottenuto il suo successo a mie spese, che mi avesse rubato persino il nome per lasciarmi solo una vuota fama”.

7. LA T-SHIRT ROSSA DI POOH NON È OPERA DI DISNEY

Per circa 30 anni prima che Walt Disney iniziasse ad animare l’orsetto, il produttore americano Stephen Slesinger detenne i diritti su Pooh negli Stati Uniti e in Canada. La t-shirt rossa che oggi è un segno distintivo del personaggio venne aggiunta nel 1932. Nel 1961, quando la vedova di Slesinger, Shirley, vendette a Disney i diritti sul merchandising, i disegnatori decisero di non intervenire su quel dettaglio.

8. PER LA DISNEY È STATO UN AFFARE

Nel 1961 Walt Disney acquistò anche i diritti cinematografici dalla vedova di Milne, Daphne, e così nacque un brand che continua a prosperare ancora oggi. La prima serie di cortometraggi di Winnie the Pooh uscì al cinema alla fine degli anni ’60, e nel 1977 arrivò il primo film di animazione, “Le avventure di Winnie the Pooh”. I profitti del merchandising legato all’orsetto, oggi, pare che rivaleggino con quelli di Topolino…

9. WINNIE THE POOH HA DATO IL LÀ ANCHE A DISSERTAZIONI ACCADEMICHE

Studiosi e filosofi di tutto il mondo hanno tratto ispirazione da Pooh e dalle sue storie per trattati e dissertazioni – un bel risultato, per un personaggio nato inizialmente per rivolgersi ai più piccoli. Si spazia dagli studi sui principi del Taoismo a quelli sul pensiero occidentale.

10. IL FILM D’ANIMAZIONE DEL 2011 RIPRENDE TRE STORIE INEDITE DI MILNE

Realizzato nello stile di “Le avventure di Winnie the Pooh”, “Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei centro acri” utilizza un’animazione tradizionale, disegni fatti a mano e una storia che si svolge come dentro le pagine di un libro. Insomma, un film di animazione del nuovo Millennio che si lega a tutto quello che lo ha preceduto.

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version