di Simona Laboccetta

 

Se le opere dell’uomo sono destinate prima o dopo all’oblio e alla dimenticanza, “Blade Runner” ha contrastato il decadimento con grande vigore. La pellicola di Ridley Scott, datata 1982, gode ancora di ottima salute – e l’uscita il 5 ottobre del sequel, “Blade Runner 2049”, attesissimo, ne è la dimostrazione.

In realtà le vicende che hanno portato il film ad essere uno dei più iconici di sempre del genere sci-fi sono tutt’altro che lineari – tra sceneggiatori multipli, critiche e problemi vari.

Credete di sapere proprio tutto? Riprendendo un pezzo di Mentalfloss, ecco 10 curiosità con cui stupire gli amici.

 

1. RICK DECKARD È UN REPLICANTE, PAROLA DI RIDLEY SCOTT

Può anche essere stato un punto molto dibattuto, tra i fan, ma per il regista Ridley Scott la risposta è chiara: Rick Deckard è un replicante. Nella versione estesa della pellicola – quella che non è uscita al cinema – c’è una breve scena in cui Deckard fantastica ad occhi aperti su un unicorno; più tardi, verso la fine del film, Geff (Edward James Olmos) realizza un origami proprio a forma di unicorno per Deckard. “Non è il genere di cosa di cui Deckard avrebbe parlato a qualcuno – ha spiegato Scott in un’intervista del 2007. – Se Geff ne era a conoscenza vuol dire che aveva letto il suo file, quindi che Deckard era un replicante”.

 

2. … MA HARRISON FORD NON NE È D’ACCORDO

Se il regista è convinto che Deckard sia un replicante, Harrison Ford preferisce pensare che il personaggio sia umano. “Credevo che fosse importante per il pubblico avere un rappresentante della sua specie in scena, qualcuno per cui parteggiare e da comprendere – ha spiegato in un’intervista. – Per Ridley, invece, la cosa non era così importante”.

 

3. DUSTIN HOFFMAN HA QUASI INTERPRETATO DECKARD

Lo sceneggiatore di “Blade Runner” Hampton Francher aveva pensato a Robert Mitchum, Christopher Walken o Tommy Lee Jones per il ruolo di Rick Deckard. Ridley Scott, invece, voleva Dustin Hoffman. Nonostante il lavoro di mesi, l’attore americano finì per abbandonare il progetto nell’ottobre 1980, secondo il regista più per ragioni economiche che artistiche.

 

4. RIDLEY SCOTT NON HA LETTO IL LIBRO DA CUI È TRATTO IL FILM

Il film è un adattamento molto libero del libro “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” del leggendario autore di fantascienza Philip K. Dick – dalle sue opere sono stati tratti dozzine di pellicole. Ma Ridley Scott non ha letto il libro in questione prima di mettersi a lavoro. “Tempo dopo ho incontrato l’autore e mi sono scusato per questo, ma la sua prosa era davvero troppo densa – dopo 10 pagine le storie erano centinaia”.

 

5. PHILIP K. DICK ODIAVA LA SCENEGGIATURA

Dick morì prima che il film fosse completato, ma aveva seguito da vicino il lavoro di sceneggiatura della sua storia. La prima bozza non gli piaceva per niente, trovava che tutte le sottigliezze e i significati nascosti fossero stati cancellati, e che rimanesse solo una lotta tra androidi e un cacciatore di taglie. Le cose andarono meglio quando al timone arrivò David Webb Peoples.

 

6. IL FILM ERA DIFFICILE DA SEGUIRE E HA RICHIESTO L’AGGIUNTA DI UNA VOCE FUORI CAMPO

Chi può sapere cosa avrebbe pensato Dick della versione definitiva di “Blade Runner”, comunque. La realizzazione del film è stata tutt’altro che lineare. Dopo alcune proiezioni in anteprima disastrose, ad esempio, i produttori dovettero assumere un terzo sceneggiatore (Roland Kibbee) per scrivere una voce fuori campo che rendesse il film più semplice da seguire.

 

7. SCOTT HA USATO ALCUNE IMMAGINI DI “SHINING” DI STANLEY KUBRICK PER IL FINALE ORIGINARIO

Un’altra grande differenza tra la versione estesa di “Blade Runner” e quella che è poi arrivata al cinema, è il finale. In origine la storia aveva una sorta di lieto fine, con Rachael e Deckard che se ne andavano in auto verso la campagna e una voce che spiegava che lei apparteneva a un nuovo tipo di replicante, che poteva vivere a lungo come un essere umano. Scott ha usato riprese provenienti dal film di Stanley Kubrick “Shining” per questa scena.

 

8. PHILIP K. DICK HA RIFIUTATO DI ROMANZARE “BLADE RUNNER”

A Philip K. Dick venne chiesto di trasformare “Blade Runner” in un romanzo – ma non era stato compiuto il passaggio inverso? – ma per farlo avrebbe dovuto sopprimere le sue idee originarie e riprendere fedelmente la sceneggiatura. Per questo, nonostante gli fossero stati offerti buoni soldi, rifiutò.

 

9. IL TITOLO È STATO PRESO DA UN’ALTRA PARTE

Il titolo “Blade Runner” si rifa a quello di un film di William S. Burroughs, che a sua volta adatta un romanzo di Alan E. Nourse del 1974. Il libro in questione non ha niente a che vedere con quello di Dick o con il film di Scott – parla del mercato nero di farmaci e prestazioni mediche. A Ridley Scott piaceva semplicemente il titolo, ottima descrizione del poliziotto interpretato da Harrison Ford. In origine il film si intitolava “Giorni pericolosi”.

 

10. LA MALEDIZIONE DI “BLADE RUNNER”

Non sarà terribile come quella che aleggia intorno ad altri film, ma anche “Blade Runner” ha la sua maledizione… e colpisce le aziende i cui loghi appaiono in scena. Pan Am, RCA, Cuisinart Bell Phones e persino Coca Cola hanno subito rovesci di fortuna dopo che il film è uscito nelle sale nel 1982.

 

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