10 scuse che gli scrittori usano per NON mettersi a lavoro

Scrivere per passione – o per professione – è meno semplice di quanto comunemente si pensi. Per quanto si tratti di un mestiere creativo, che può essere svolto ovunque e che per questo viene considerato libero da vincoli come quello degli orari il rischio di non applicarcisi come si dovrebbe è sempre presente.

Vi è mai capitato di inventare scuse, per procrastinare il momento di sedervi davanti alla pagina bianca o al pc? Lavorare è troppo stressante, non avete dormito abbastanza la scorsa notte, il gatto ha bisogno di tutta la vostra attenzione. Chi più ne ha più ne metta.

A fine giornata potreste ridere di quello che vi siete raccontati per ignorare l’obiettivo che vi siete posti di scrivere almeno un certo numero di parole o di pagine al giorno. Ma se il vostro libro/racconto/sceneggiatura non ha fatto neppure un passo avanti… be’, forse è il caso di affrontare il problema.

Dalle più banali alle più fantasiose, riprendendo un pezzo di Bustle, ecco una selezione delle 10 scuse più usate – e abusate – dagli scrittori. E qualche trucco per non soccombere alla pigrizia.

 

1. Vedere un episodio di [la vostra serie preferita] sarà fonte di ispirazione
Quando siete in difficoltà con lo sviluppo della trama o dei personaggi della vostra storia cadete nella trappola e pensate che guardare un episodio di Game of Throne o Doctor Who sia più utile di scrivere. Dirsi: “Non è che stia proprio lavorando, ma se considero la visione come una sorta di ricerca per degli spunti posso perdonarmi” è pigrizia pura. Se cercate una cura, concedetevi dei break, ma assicuratevi di guardare soltanto un episodio e poi tornare davvero a scrivere.

2. Fare ricerche equivale a lavorare
Fare ricerche è essenziale per qualsiasi tipo di scrittura, ma capita fin troppo spesso che Internet prenda il sopravvento sui buoni propositi e allora addio benefici. Il significato del nome di un personaggio o cosa sia la gravità zero potrebbero portarvi a controllare Twitter oppure a fare qualche test inutile (a che tipo di vegetale somigliate?). Ecco, se finisce così Internet non è più uno strumento utile ma è un buco nero, che vi risucchia, portandovi a dimenticare il vostro obiettivo iniziale. Il miglior modo per risolvere il problema è darsi un tempo massimo da dedicare alle ricerche, oppure aspettare a farle di aver scritto quanto dovete.

3. Sono vittima del blocco dello scrittore, anche se so bene che non esiste
Potete ripetervi che siete vittime del blocco dello scrittore quante volte volete, ma sapete bene che siete in grado di scrivere. Buttate giù la lista della spesa oppure tutte le parole che vi vengono in mente che rimano con serpente, se non ci credete. Se vi trincerate dietro l’incapacità di scrivere tornare a farlo potrebbe essere davvero complicato. Detto questo, la vostra ispirazione potrebbe davvero essersi presa una vacanza. Invece di sforzarvi di scrivere, allora, fate qualcosa che metta in moto la vostra creatività. E ricordate che prima di produrre qualcosa di buono dovete buttare giù decine di bozze insoddisfacenti. È fisiologico.

4. Non sarò mai bravo come Tizio, Caio e Sempronio
Questa scusa vi viene in mente solitamente dopo aver letto un libro davvero bello, scritto magistralmente. A quel punto pensate: “Chiaramente io non sarò mai così bravo, quindi perché sforzarsi?”. A questo punto dovrebbe arrivare un provvidenziale amico/familiare a ricordarvi che sì, non scrivete come Pirandello, ma scrivete bene, perché siete voi stessi, e dovete continuare a farlo. Il vostro stile è grande perché è il vostro, personale e unico. Ricordatevi che capita a tutti di sentirsi inferiori e scoraggiati. Respiro profondo e andiamo avanti.

5. I miei lavori fanno davvero schifo
Stephen King buttò “Carrie” nella spazzatura; “Harry Potter e la Pietra Filosofale” fu rifiutato molte volte prima di venire pubblicato. Questa è un’ottima scusa per abbandonare il vostro lavoro, che magari è davvero buono. Se invece siete davvero convinti che quello che avete scritto non funzioni, prendetevi qualche giorno per distanziarvi da quello che avete scritto e cercare di guardarlo con oggettività. Se non tornate ad apprezzarlo, iniziate qualcosa di nuovo. I libri non vengono bene se non c’è passione nella stesura, quindi non è un male metterli da parte, se la scintilla si spegne.

6. Il lavoro vi distrugge
Molti scrittori hanno bisogno di un lavoro complementare, per vivere. Ma quando la sera tornate a casa dopo otto ore in ufficio l’ultima cosa che avete voglia di fare è sedervi al computer e lavorare ancora. È comprensibilissimo. Un buon modo per far convivere le due attività, per non rinunciare alla scrittura, è renderla prioritaria. Se la sera siete troppo stanchi ma svegliarvi al mattino non vi preoccupa, mettete la sveglia mezz’ora prima e scrivete in quel momento; portate un blocco con voi sui mezzi; sfruttate le pause. Trasformate la scrittura in una priorità, così inserirla nella vostra giornata non sarà un peso ma un piacere.

7. C’è la lista della spesa da fare
Non c’è scusa migliore per mettere il lavoro da parte che doversi occupare della cucina, del bucato, della casa (tutte attività necessarie, che non vi sentirete in colpa a fare al posto di scrivere). Come dicevamo per il lavoro giornaliero, cercate di organizzare la vostra giornata così da dedicare il giusto spazio a tutto. Non usate le faccende domestiche come scuse.

8. Mi mancano i miei amici
Questa è una scusa del tutto legittima, e dal momento che scrivere è un’occupazione solitaria, tenere gli amici vicini è ancora più importante. In modo particolare quelli che capiscono le vostre paturnie da scrittori e vi vogliono bene anche per quelli. Comunque sia, assicuratevi di non usare gli inviti a uscire come scuse per accantonare la scrittura. Potreste finire a riempire la conversazione con i dilemmi sui personaggi e la trama – tutt’altro che positivo. Qualche volta vi capiterà di dover dire di no a un’uscita e passare del tempo a casa. È un fatto.

9. Ho bisogno di un pisolino
Questo potrebbe essere vero, ma se fate sì che un breve pisolino (o comunque una breve pausa) si trasformi in ore di nullafacenza, e nel frattempo il sole è calato, convincervi ad alzarvi dal letto sarà molto difficile. I break sono cosa buona e giusta, ma vanno controllati.

10. Mettere la parola fine a una storia mi terrorizza
Questa è la più apprezzata dagli scrittori che, districandosi tra le nove tentazioni precedenti e molte altre, sono riusciti quasi a produrre una prima bozza conclusa. È un gran risultato! Solo che a questo punto non sapete più se siete pronti a fare l’ultimo passo. E anche se lo siete, mettere la parola fine a un progetto è sempre molto difficile. Infatti potreste essere diventati bravissimi a prendere tempo e procrastinare il momento. L’unica soluzione in questo caso è farlo. Scrivete la fine anche se è tremenda, perché tanto poi dovrete sottoporvi al processo di revisione e correzione della bozza – e anche per non fare quello ci saranno tante belle scuse.


A voi la parola, amici scrittori? Vi è mai capitato di inventare una scusa, pur di non mettervi a scrivere? Qual è quella che vi capita più spesso di riciclare? Siamo davvero curiosi di conoscere le vostre risposte.

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