“12 soldiers”: un film d’azione che cerca di colpire ma risulta retorico

Chris Hemsworth protagonista dell'adattamento di una storia vera che sembra uscire fuori tempo massimo

di Riccardo Carosella

 

Un film di Nicolai Fuglsig. Con Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña, Navid Negahban, Trevante Rhodes. Azione, 130′. USA 2018

Dopo i fatti dell’11 settembre 2001 il mondo occidentale è sconvolto da quanto avvenuto. L’esercito degli Stati Uniti pensa a una contromossa immediata, che spezzi il dominio di Al-Qaeda in Afghanistan. Mitch Nelson e i suoi uomini si offrono volontari per una missione pericolosa al fianco di Abdul Rashid Dostum, signore della guerra uzbeko, nel tentativo di ricostituire l’Alleanza del Nord in chiave anti-talebana.

 

A distanza di 17 anni dall’attacco alle Torri gemelle di New York, Nicolai Fuglsig dirige Chris Hemsworth in “12 soldiers”, che racconta la missione organizzata dai corpi speciali americani, all’indomani dell’11 settembre 2001, per sostenere Abdul Rashid Dostum, signore della guerra uzbeko, e annientare Al-Quaeda.

Il film adatta per il cinema il libro “Horse Soldiers” del giornalista americano Doug Stanton, che a sua volta si basa sulla storia vera del soldato delle forze speciali Mark Nutsch, inviato in Afghanistan.

Per quanto l’idea di raccontare un capitolo poco noto della storia recente sia buona, i toni eccessivamente nazionalistici e patriottici fanno sì che il risultato finale sia fiacco, poco credibile e a tratti persino irritante, con il suo sensazionalismo fine a se stesso.

Il fatto di arrivare al cinema diciassette anni dopo quel terribile 11 settembre non aiuta “12 soldiers”. Il contesto sociale, storico e politico globale è cambiato, ma lo è anche quello cinematografico, con una lunga lista di precedenti più o meno sullo stesso tema che hanno saturato il campo.

Si capisce fin dalle prime scene che questo non è altro che l’ennesimo prodotto hollywoodiano a buon mercato, creato con il chiaro intento di attirare le masse ed emozionare con messaggi dalla furbesca retorica.

E poi c’è Chris Hemsworth. Il pupillo della Marvel sembra faticare non poco a uscire dal ruolo del super-eroe belloccio che si è costruito negli anni – ma poi vorrà davvero farlo o no? Di attori giovani e ben più capaci ce ne sono a bizzeffe… Certo per un probabile blockbuster infarcito di autocelebrazione e propaganda da quattro soldi può bastare anche lui.

 

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