“200 metri”: famiglie divise da un muro nel film d’esordio della Nayfeh

Ali Suliman protagonista straordinario per il film presentato alle Giornate degli autori 2020

Un film di Ameen Nayfeh. Con Ali Suliman, Anna Utenberg, Motaz Malhees, Mahmoud Abu Aita, Lana Zreik.
90′. Palestina, Giordania, Italia, Qatar, Svezia 2020

Mustafa e sua moglie Salwa provengono da due paesi palestinesi distanti solo duecento metri, ma separati dal muro. Questa strana situazione sta influenzando in negativo un matrimonio che altrimenti sarebbe felice. La coppia comunque fa il possibile per farlo funzionare. Quando è buio, Mustafa accende una luce nel suo balcone per augurare la buonanotte ai figli che sono dall’altra parte e che, a loro volta, rispondono con un segnale. Un giorno Mustafa riceve la telefonata che ogni genitore teme: suo figlio ha avuto un incidente. L’uomo si precipita al checkpoint dove pieno d’angoscia è costretto a fare la fila. Un’attesa inutile a causa di un problema con le sue impronte digitali. L’ingresso gli è negato. Disperato, Mustafa chiede aiuto a un contrabbandiere per oltrepassare il muro. I duecento metri si trasformano in un’odissea di duecento chilometri, alla quale si uniscono altri viaggiatori determinati a oltrepassare quella barriera..

 

200 metri, in teoria, non sono una grande distanza da percorrere. Anche una persona pigra, anziana o con qualche problema fisico è in grado di farlo con relativo agio. Certo, dipende da dove ci troviamo.

Un conto sono città come Roma, Parigi, Berlino, un altro i territori contesi tra israeliani e palestinesi, attraversati da un muro. Ecco, in questo scenario anche 200 metri si trasformano in una distanza enorme, difficile da superare.

Il film di Ameen Nayfeh, presentato in concorso alle Giornate degli autori di Venezia 2020, racconta l’angosciante Odissea di Mustafa, che cerca con ogni mezzo di raggiungere la famiglia che vive dall’altra parte del muro. Una lotta contro il tempo, la burocrazia e i checkpoint che fanno palpitare lo spettatore.

Ali Suliman è uno straordinario protagonista, che regge sulle sue spalle l’intero peso della pellicola con personalità, carisma e talento. La sua è un’interpretazione potente e fragile, ci rimanda l’immagine di un uomo diviso tra la testarda volontà di non assoggettarsi all’autorità israeliana e i sensi di colpa di non essere presente per la famiglia.

L’esordiente regista palestinese Ameen Nayfeh dimostra di avere tutte le carte in regola per imporsi nel firmamento cinematografico internazionale. Il suo è un film assolutamente da vedere, per provare a comprendere meglio il Medio Oriente, dove anche percorrere 200 metri può rivelarsi estremamente complicato.

 

Il biglietto da acquistare per “200 metri” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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