“3 generations – Una famiglia quasi perfetta”: sulla ridefinizione dell’identità

Una storia tutta al femminile con Naomi Watts, Elle Fanning e Susan Sarandon. Tra voglia di affermarsi ed essere se stessi

Un film di Gaby Dellal. Con Tate Donovan, Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon, Sam Trammell. Drammatico, 87’. 2015

Data di uscita italiana: 24 novembre 2015

Ramona (Fanning) ha 16 e nessun dubbio: da quando ha 4 anni sa di essere un maschio dentro al corpo di una femmina. Per questo si fa chiamare Ray, indossa abiti maschili e gira per le strade di New York in skateboard. Sua madre (Watts), separata da tempo, ha acconsentito alla cura ormonale che la trasformerà definitivamente in maschio, ma per ottenere il permesso serve anche la firma del padre, da anni assente dalla vita famigliare. Nel frattempo la nonna lesbica non comprende il bisogno di una mutazione fisiologica della ragazza (Sarandon).

 

Eterosessualità, omosessualità, asessualità sono termini diventati ormai di uso comune nelle discussioni al bar, in ufficio, dentro gli spogliatoi. Oggi si discute molto se la sessualità dipenda da una scelta personale piuttosto che da una condizione naturale e chimica e questo da il là a polemiche e contrasti tra chi porta avanti le opposte posizioni, e crea nel singolo gravi disagi.

Siamo liberi di scegliere chi essere, dal punto di vista sessuale? E quanto incide Madre Natura? L’unica certezza è che alla nascita dipendiamo in tutto e per tutto dai nostri genitori. Sono le loro scelte a segnare la nostra esistenza.

3 generations – Una famiglia quasi perfetta” di Gaby Dellal racconta la storia di tre donne newyorkesi appartenenti a tre generazioni differenti della stessa famiglia, e come la trasformazione di una di loro influisca sulle altre.

Elle Fanning è Ray. 3 generations – Una famiglia quasi perfetta. 2016

Un film scritto e pensato dalla regista, lei stessa madre single, per mostrare allo spettatore in una prospettiva femminile cosa sia oggi la famiglia e come sia difficile tenerla in piedi. Ma anche una pellicola che affronta il tema attuale dei diritti dei nuclei familiari “alternativi”, della necessità o meno di equipararli a quelli tradizionali.

Il desiderio di cambiare di Ray/Ramona è comune a tanti uomini e donne, che avvertono l’esigenza di lasciarsi alle spalle un corpo sentito come estraneo per poter vivere una vita piena e felice. All’inizio del film è lo stesso protagonista, parlando direttamente allo spettatore, a spiegare il suo desiderio di normalità.

Una sceneggiatura ben scritta, lineare, diretta, che tratta con garbo, sentimento e la giusta dose di ironia un tema difficile.

I limiti della drammaturgia si palesano nell’eccessiva freddezza dello sviluppo e nella recitazione delle interpreti, brave ma incapaci di scaldare il cuore del pubblico fino in fondo. Le attrici danno tutte se stesse nell’interpretare i loro personaggi, ma risultano solo parzialmente spontanee e naturali.

“3 generations” è un film ben costruito, ma paradossalmente gli manca la scintilla emotiva capace di renderlo memorabile.

Chi scrive è un conservatore che non ha mai conosciuto una persona imprigionata nel corpo sbagliato e per questo, forse, non è capace di cogliere il travaglio esistenziale della protagonista. Ciò nonostante riconosco che il film spinga anche lo spettatore più ottuso a interrogarsi sul diritto dell’uomo a cambiare il proprio destino e persino la propria natura, se questo può portargli la felicità.

Il finale, sebbene possa apparire forzatamente lieto, sembra dire al pubblico che nonostante i conflitti e le criticità, una famiglia allargata o arcobaleno resta un nucleo capace di dare calore e identità ai suo membri. Ed è questo ciò che deve fare una famiglia.

 

Il biglietto da acquistare per “3 generations – Una famiglia quasi perfetta” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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