“4 metà”: una commedia sentimentale scontata, per una visione distratta

Matteo Martari, Matilde Gioli, Ilenia Pastorelli e Giuseppe Maggio belli, bravi e sprecati

Un film di Alessio Maria Federici. Con Matteo Martari, Matilde Gioli, Giuseppe Maggio, Ilenia Pastorelli, Elmano Sancho. Commedia, 101′. Italia 2022

Per confutare la tesi dell’esistenza dell’anima gemella, e al tempo stesso ammettere che, sì, in effetti è possibile trovare l’amore con la persona ideale, una coppia sposata racconta la storia di quattro loro amici conosciutisi durante una cena in terrazza: Chiara, medico anestesista, passionale e sognatrice; Giulia, impiegata nell’alta finanza, razionale e sicura di sé; Dario, avvocato sciupafemmine; Matteo, collaboratore di una casa editrice, intellettuale affettuoso e sempre ironico. Chi si innamorerà di chi? E quale storia d’amore durerà di più? E, ancora, quale sarà il destino di ciascun personaggio, che nelle duplici alternative del racconto vedrà la propria vita intrecciarsi a quella degli altri?

 

Per scoprire il segreto della fantomatica anima gemella e di come trovarla abbiamo letto romanzi, visto film e serie televisive, ci siamo affidati a guru e oroscopi. Viviamo in una società profondamente egoista e cinica eppure non possiamo fare a meno di inseguire l’amore, quello vero. Non pensate anche voi che sia il colmo dell’ironia?

Immagino già le vostre reazioni indignate e i vostri commenti. Può darsi che io sia solo un “vecchio” cinico incorreggibile, ma la visione del film “4 metà”, disponibile dal 5 gennaio su Netflix, non è bastato a mitigare le mie posizioni in materia di rapporti di coppia e pie illusioni.

Alessio Maria Federici, insieme all’altro sceneggiatore Martino Coli, ha cercato di modernizzare e attualizzare l’idea narrativa vincente del film “Sliding doors” (1998), unendo romanticismo e fiaba. Il risultato, però, è pasticciato e nel complesso deludente.

“4 metà” ambiva ad essere il film romantico di riferimento per i trentenni di oggi, divisi tra il desiderio di formarsi una famiglia e la paura di impegnarsi. Purtroppo l’impianto narrativo, con le sue storie incrociate e realtà diciamo parallele, risulta alla lunga noioso, prevedibile e quel che è peggio stereotipato.

L’idea di partenza – rispondere alla più classica delle domande: cosa sarebbe accaduto se…? – era sicuramente interessante. Quale coppia avrebbe più possibilità di durare nella vita, quella composta dai fantomatici poli opposti oppure quella dove i due individui sono simili per carattere e interessi?

Lo spettatore si impegna nel seguire le giravolta sentimentali e narrativi del film, ma fatica non poco nel trovare una sincera e convinta connessione con i protagonisti.

Matteo Martari, Matilde Gioli, Ilenia Pastorelli e Giuseppe Maggio sono bravi, giovani e belli ma qui appaiono oggettivamente poco credibili. La sceneggiatura non li aiuta, costringendoli a recitare dei ruoli banali e privi di profondità, con dialoghi forzati e buonisti.

Al di là di qualche passaggio divertente e/o emozionante, in “4 metà” manca calore e coinvolgimento. Più che mostrare l’amore del terzo millennio sembra di aver davanti una cartolina anacronistica e avulsa dalla realtà. Sensazione confermata dal finale, che con il suo essere aperto e incompiuto dimostra come il film non abbia saputo scegliere quale strada prendere.

Insomma, “Sliding doors” ha rappresentato una pietra miliare delle commedie romantiche, diventando nel corso del tempo un vero e proprio cult. “4 metà” difficilmente raggiungerà un risultato anche solo lontanamente analogo. 

 

Il biglietto da acquistare per “4 metà” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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