5 leggende metropolitane libresche difficili da sfatare

Le leggende metropolitane possono essere una fonte inesauribile di spasso e divertimento o un buco nero di terrore che consuma l’anima, dipende in larga parte dal momento della giornata in cui se ne legge o se ne sente parlare.

Mentre quasi tutti hanno recitato un nome di fronte a uno specchio in una stanza buia, augurandosi di non veder comparire nessuna ragazzina morta, o ascoltato la storia del cavaliere senza testa che galoppa per la campagna, pensando poi di sentire sinistri rumori fuori dalla finestra, solo i veri appassionati di libri conoscono alcune delle leggende metropolitane più persistenti e terrificanti: quelle libresche.

Riprendendo un pezzo di Barnes & Noble ve ne proponiamo cinque, che non vogliono saperne di passare di moda anche se, ci teniamo a ribadirle, sono completamente false.

 

Truman Capote ha scritto “Il buio oltre la siepe”
Si debba al mero sessismo o al fatto che Harper Lee non abbia poi pubblicato un altro romanzo per sessant’anni, la voce che Truman Capote fosse il vero autore del romanzo sembrava abbastanza plausibile da risultare credibile, e ha iniziato a tornare fuori, adesso che che “Go Set a Watchmanh” è stato dato alle stampe. È facile capire come sia nato questo falso mito: Herper Lee e Truman Capote erano amici intimi, si sono pubblicamente aiutati nelle rispettive carriere, la Lee non ha pubblicato niente per anni dopo “Il buio oltre la siepe”. Entrambi gli autori hanno negato la cosa, e una lettera inviata da Capote alla Lee, rinvenuta nel 2006, affossa gli ultimi dubbi. Ma come ogni leggenda metropolitana che si rispetti non c’è niente – nemmeno la verità – che possa metterla del tutto ko.

I libri di Harry Potter avvicinano i bambini alle arti occulte
Ci piacerebbe molto credere che una serie di libri fantasy possa farci diventare esperti di magia, perché chi non ha dei nemici da colpire? Purtroppo i romanzi della Rowling restano solo questo, romanzi magnifici, nonostante le voci insistenti che promuovano la stregoneria, l’interesse per l’occulto e in generale il culto del diavolo tra il giovane e impressionabile pubblico. A denunciare le potenzialità oscure dei libri è stato il famigerato Jack Chick, non proprio quello che si dice un’autorità, ma dopo le sue parole (“Harry Potter è un passaggio che condurrà milioni di bambini all’inferno”) diversi gruppi religiosi hanno sostenuto che i più giovani stanno imparando a disprezzare gli insegnamenti della Bibbia per via della saga fantasy. Dal momento che tutto questo non ha alcuna base scientifica o concreta dobbiamo ancora una volta constatare che siamo del tutto sprovvisti di libri che forniscano poteri magici reali, oscuri o meno.

Libro-mostro, Harry Potter
Libro-mostro, Harry Potter

Ernest Hemingway ha scritto una storia di sei parole
Ascoltate, Ernest Hemingway ha reinventato il concetto stesso di letteratura, almeno un paio di volte. Ha anche vissuto un’esistenza fatta di avventura e tragedia, che non ha eguali. E “Vendesi scarpe da bambino mai usate” (For sale, baby shoes, never worn) è senza dubbio un’uscita geniale, molto spesso presentata come la risposta di Hemingway davanti alla provocazione che non sarebbe stato in grado di scrivere un romanzo in sei parole. Oggi sul web sfide come questa vanno molto di moda, ma la triste verità è che la frase esisteva molto prima che Hemingway iniziasse a scrivere, quanto meno in qualche forma.

Il Dr. Seuss ha scritto un libro che parla di suicidio e abusi sui minori
Un libro segreto del Dr. Seuss incentrato su tematiche così terribile sarebbe affascinante, ma questa voce non è che la combinazione di diversi fatti fraintesi. C’era un libro dal titolo “Do You Know What I’m Going to Do Next Saturday?” (oggi fuori produzione), ma era opera della prima moglie del Dr. Seuss, Helen Palmer, e gli argomenti trattati erano molto meno inquietanti, una volta visti nel contesto generale. Ad esempio la frase “Hai mai battuto più di un bambino alla volta?” potrebbe suonare oscura, ma nel libro non è che una vanteria legato allo sport. La ricerca del Necronomicon seussiano continua – e credteci, quando lo troveremo sarete i primi a saperlo.

I giapponesi hanno tradotto erroneamente “The Grapes of Wrath” (Furore) come “The Angry Raisins” (L’uva arrabbiata)
L‘inglese è una lingua strana, senza regole, dove più o meno tutti fanno ciò che vogliono, si tratti di pronuncia o di grammatica, e dove lo slang si evolve così velocemente che ogni generazione è sostanzialmente incapace di comunicare con quella che segue. Quindi è perfettamente credibile che qualche povero traduttore giapponese abbia preso “The Grapes of Wrath” e lo abbia trasformato in “The Angry Raisins”. E tuttavia, è anche totalmente falso. Per le risate che provoca è questa la nostra leggenda metropolitana preferita, e allo stesso modo è divertente immaginare un intero paese di lettori in piedi su affollati vagoni della metro che leggono libri dal titolo così spiritoso ma con un’espressione serissima in viso.


 

A voi la parola, amici lettori. Conoscevate queste leggende metropolitane legate ai libri? Oppure per voi sono altre le voci libresche, false, che ancora oggi continuano a mietere vittime? Siamo davvero curiosi di conoscere le vostre credenze.

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