6 motivi per leggere “La principessa sposa” di William Goldman

Il romanzo da cui è tratto il film "La storia fantastica" è divertente, pieno di sorprese e perle di saggezza

Correva l’anno 1987 – il giorno preciso era il 25 settembre – quando il film “The Princess Bride”, che in Italia sarebbe diventato “La storia fantastica”, arrivava nei cinema americani.

Non tutti sanno che la romantica avventura fantasy che ha come protagonisti la bella Bottondoro (Robin Wright) e il prode Westley (Cary Elwes) è l’adattamento di un romanzo di William Goldman, uscito nel 1973, ed edito da noi da marcos y marcos

Che abbiate o meno amato il film, riprendendo un pezzo di Bustle, ecco 6 motivi per dare una chance al libro “La principessa sposa”.

 

1 . LA CORNICE NARRATIVA È INCREDIBILE

Nel romanzo di Goldman ci sono due piani narrativi ben distinti: quello della cornice, dove un narratore che è la versione romanzata dell’autore stesso racconta di come si sia messo alla ricerca del libro che il padre gli leggeva da bambino, e quello del libro, “La principessa sposa“, appunto, opera epica dell’autore florinese S. Morgenstern (un autore inventato che arriva da un paese inventato). In realtà la versione della storia che leggiamo non è quella originale, bensì un adattamento di Goldman, che ha rimaneggiato l’originale per renderlo più emozionante e godibile. Tutto ciò potrebbe suonare complicato, ma non lo è. I lettori non vivono soltanto le avventure di Westley e Bottondoro, ma anche quelle di Goldman e della sua famiglia, e naturalmente quelle legate alla fase di riscrittura del libro. Questo sommarsi dei punti di vista aggiunge profondità alla vicenda.

 

2. CI SONO SOTTOTRAME CHE NEL FILM MANCANO

Nel film la vicenda di Inigo – la morte del padre per mano di un uomo con sei dita – viene accennata brevemente in una scena, mentre del gigante Fezzik non sappiamo quasi niente. Nel romanzo, invece, il passato di questi personaggi viene narrato con dovizia di particolari. Assistiamo alla morte del padre di Inigo, ma scopriamo anche come quest’ultimo è diventato il più grande spadaccino al mondo e come il gentile Fezzik si sia trasformato in un combattente feroce. Anche la storia di Westley e Bottondoro e del loro amore è più ricca, e il principe Humperdink ci viene presentato con scorci del suo passato. In sintesi tutti i personaggi, che già nel film sono fantastici, nel libro lo sono ancora di più, grazie ai flashback.

3. C’È SPAZIO PER UNO ZOO DELLA MORTE

Nel libro, il principe Humperdink è un cacciatore appassionato, che ha un suo personale Zoo della Morte, una costruzione su più livelli dove sono rinchiuse tutte una serie di bizzarre creature. Lo Zoo ha una planimetria molto elaborata, e i passaggi in cui Inigo e Fezzik si fanno strada verso il centro, livello dopo livello, affrontando serpenti combattenti e pipistrelli giganti è divertentissima.

 

4. INIGO E FEZZIK HANNO MAGGIORE IMPORTANZA

Lo sappiamo, abbiamo già citato prima questa strana coppia, ma si tratta di due personaggi così indimenticabili che meritano una seconda menzione. L’amicizia tra lo spadaccino e il gigante, delineata a grandi linee nel film, ha piena realizzazione nel libro. In molti diranno che il rapporto cardine della storia è quello tra Westley e Bottondoro, ma a ben vedere, almeno nel romanzo, quello tra Inigo e Fezzik è altrettanto profondo.

5. IL LIBRO È DAVVERO DIVERTENTE

Senza pensare alle scene divertenti in quanto tali, è lo stile che contribuisce a fare di questo libro un libro da ridere. Lo humor spazia dalla satira pungente alle battute più spicciole, ma non importa cosa accada nel romanzo, l’autore mantiene sempre vivo un certo senso del ridicolo.

 

6. CONTIENE ALCUNE PERLE DI SAGGEZZA DA ANNOTARSI

Nel corso del libro, Goldman ripete più volte la frase: “La vita non è giusta”. Potrebbe sembrare un’affermazione in contrasto con la fiaba che sta al centro del romanzo, ma ha più senso considerarla una giustapposizione. Perché il libro non parla solo di Bottondoro e Westley, o di Inigo, Fezzik e l’uomo con sei dita. Il libro parla di Goldman e soprattutto parla di noi – del modo e del motivo per cui leggiamo i libri. Allora il messaggio che l’autore cerca di trasmettere è di quelli da tenere sempre a mente: la vita non è giusta, non è detto che tutto vada sempre bene né che otteniamo sempre ciò che meritiamo. Ma nonostante tutto, nella vita ci sono gioia, umorismo, amore. E ci sono ancora – e sempre ci saranno – storie che meritano di essere lette.

 

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