“7 uomini a mollo”: quando il nuoto sincronizzato è affare… da uomini!

L'opera prima del francese Gilles Lellouche è una commedia irriverente ma mai banale o becera

Un film di Gilles Lellouche. Con Guillaume Canet, Leïla Bekhti, Mathieu Amalric, Virginie Efira, Jean-Hugues Anglade. Commedia, 122′. Francia 2018

Bertrand è depresso, non lavora da due anni e si consuma sul divano. Poi un giorno si tuffa in piscina e il mondo finalmente gli sorride. Come Delphine che lo arruola nella sua équipe di uomini sull’orlo di una crisi di nervi. Ex campionessa di nuoto sincronizzato a coppia, Delphine allena una squadra maschile per passare il tempo e chiudere col passato: una carriera interrotta bruscamente dall’incidente della sua partner. I suoi allievi non stanno molto meglio: Bertrand è rassegnato, Laurent è adirato, Marcus indebitato, Simon complessato, Thierry stonato. Ma insieme si sentono finalmente liberi e utili. Partecipare a una gara di nuoto sincronizzato in Norvegia diventa il loro obiettivo.

 

La settima arte ha racconto nel corso degli anni, in svariati modi, la fatidica “crisi di mezza età” che quasi tutti gli uomini affrontano giunti a un certo punto della vita. Oggi, tra i motivi più importanti che possono spingere una persona nel baratro, c’è sicuramente il problema dell’occupazione.

Un uomo senza un lavoro e per questo non rispettato dai propri cari è una persona senza futuro. Quanti film incentrati su variazioni su questo tema abbiamo già visto? tanti, oserei dire persino troppi.

Gilles Lellouche, rendendosi conto di questo abuso drammaturgico e creativo, ha voluto nella sua opera prima ribaltare, con coraggio e furbizia, la prospettiva, usando i toni della commedia per avvicinarsi all’argomento, ma non per questo sminunendo l’importanza della storia.

“7 uomi a mollo”, presentato fuori concorso al Festivald di Cannes, va considerato, con le dovute differenze, la risposta francese a “Full monty”. I protagonisti, infatti, ciascuno con le sue traversie professionali e personali, trovano un inaspettato luogo d’incontro in un corso di nuoto sincronizzato.

Il film, nonostante all’apprenza leggero e ironico, è una commedia introspettiva che non scade mai nel melenso o nel buonismo. Lellouche, all’esordio, dimostra di avere già un’idea molto chiara di cosa vuol fare dietro la macchina da presa.

La carta vincente di “7 uomini a mollo” è sicuramente la coralità, insieme al fatto di raccontare una storia di amicizia maschile nell’ambito di uno sport tipicamente femminile, fatto che aggiunge ulteriore vis comica al racconto.

Piacevole, fresca, con qualche momento commovente, la pellicola riesce soprattutto a suggerire un saggio insegnamento, nel sagace e spassoso finale. Il percorso per rimettersi in piedi è arduo e faticoso, ma una tappa importante per riuscirci è quella di accettare i propri limiti e le proprie debolezze, e trasformarli magari in punti di forza.

E allora un gruppo di falliti, uniti e coesi grazie all’allebamento, può essere capace di qualsiasi impresa, anche vincere i campionati mondiali di nuoto sincronizzato.

 

Il biglietto da acquistare per “7 uomini a mollo” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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