A un passo dall’oblio: 8 romanzi che hanno rischiato di restare inediti

Chi prova oggi a scrivere un libro lo sa, arrivare alla pubblicazione è tutt’altro che semplice. Ma se in certi casi questo percorso irto di difficoltà può essere un bene – se fosse una passeggiata di salute chissà quanto ciarpame, oltre quello che già c’è, ingombrerebbe gli scaffali delle librerie – talvolta rischiano di finire nel dimenticatoio (anzi, di non venire proprio alla luce) dei veri e propri capolavori.

Ecco una rassegna di otto romanzi, amatissimi dal pubblico, che, se non fosse stato per la perseveranza degli autori oppure per la voglia di rischiare degli editori, non avremmo potuto leggere nel 2014. Senza Harry Potter, Atticus Finch, Anna Frank sarebbe stato lo stesso? A voi l’ardua sentenza.

 

Harry Potter e la pietra filosofale, J.K. Rowling | Ogni fan della serie che si rispetti conoscerà la storia dei problemi economici della Rowling degli inizi. La scrittrice, oggi una delle donne più ricche al mondo, ha ammesso di aver scritto a mano diverse copie del primo libro di Harry Potter, perché non poteva nemmeno permettersi di fare delle fotocopie. E se questo non bastasse come deterrente, il libro è anche stato rifiutato da molti editori, perché secondo la maggior parte di loro era troppo lungo per essere adatto ai bambini.

La fattoria degli animali, George Orwell | Nonostante Orwell fosse già uno scrittore affermato quando buttò giù questa allegoria politica, gli editori esitarono davanti a un libro così spiccatamente polemico e dissacrante. Persino T.S. Eliot, che gestiva la casa editrice Faber and Faber all’epoca, non era troppo entusiasta della storia di Orwell, non tanto perché mancasse di acume, ma perché era troppo critica nei confronti di Stalin. Gli editori americani non erano così interessati ai risvolti politici quanto gli inglesi, ma rifiutarono il libro per altre ragioni: apparentemente sembrava non esserci mercato per storie di animali negli Stati Uniti dell’epoca.

Il buio oltre la siepe, Harper Lee | Non sono pochi gli scrittori frustrati che decidono di distruggere i propri manoscritti. Anche ad Harper Lee è successo, durante la genesi del suo libro. Si racconta infatti che, prima di averlo finito, abbia gettato nella neve alcune pagine. Il suo agente, raccomandatole da Truman Capote, la fece rinsavire e finire l’opera.

Una banda di idioti, John Kennedy Toole | La storia di Toole è tragica: mandò il suo manoscritto a molti editori, che non ne capirono il valore. Lo scrittore non si riprese da questi rifiuti e si suicidò. La madre di Toole, allora, rintracciò una copia e la mandò a tutti gli editori possibili e immaginabili. Costrinse anche Walker Percy, autore proveniente dalla stessa città del figlio, a leggere il libro. Dopo l’intervento dello scrittore, non solo il libro fu pubblicato ma Toole fu anche insignito del premio Pulitzer postumo. [Leggi la recensione su Parole a Colori]

Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Robert Pirsig | Il libro di Pirsig, come molti altri in questo elenco, ha ricevuto un sacco di lettere di rifiuto. Ma lui è stato più tenace degli altri: ha ricevuto la bellezza di 121 rifiuti dagli editori prima di essere pubblicato.

Nelle pieghe del tempo, Madeleine L’Engle | La L’Engle era convinta che il suo libro di esordio venisse rifiutato perché “troppo diverso” dagli altri. Infatti il suo romanzo di fantascienza andava oltre i generi. Per fortuna, John Farrar delle Farrar, Straus & Giroux si innamorò del suo stile e corse il rischio. Fu una grande cosa, perché il libro non aveva ancora avuto una chance fino a quando fu pubblicato nel 1960.

Carrie, Stephen King | Questo non era il primo libro per Stephen King (in effetti, era il quarto) ma era il primo a essere dato alle stampe. Lo aveva definito “un libro giovane di un giovane autore”, ammettendo anche di non essersi aspettato molto dal titolo. Ha dichiarato una volta King: “Chi avrebbe pensato che qualcuno potesse leggere un libro su una ragazzina con problemi mestruali? Non posso credere di averlo scritto”.

Diario, Anne Frank | Chiaramente, i motivi per cui il diario di Anne Frank ha rischiato di non essere pubblicato sono molte. Lei e la sua famiglia sono vissuti in una soffitta ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni naziste e il diario racconta proprio quel periodo, prima che venissero scoperti e internati nei campi di concentramento. Il padre fu l’unico a sopravvivere e considerò l’idea di cancellare parti dello scritto della figlia, ma alla fine accettò di far pubblicare tutto, anche le parti più toccanti.


A voi la parola, amici lettori. Quali di questi romanzi con travagliate storie di pubblicazione avete letto? E quali altri conoscete? Siamo curiosi di conoscere i vostri aneddoti.

 

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