9 fatti curiosi che forse non conoscete su Roald Dahl

Dalla sua attività come pilota da combattimento e spia alla predilezione per il capanno del giardino

di Ilaria Grasso

 

Il 23 novembre 1990 se ne andava uno dei maggiori scrittori per ragazzi di tutti i tempi, famoso per romanzi senza tempo come “Matilde” e “Il GGG” che continuano ad essere letti – e adattati per il cinema – anche a molti anni dalla loro pubblicazione.

Roald Dahl è stato un personaggio bizzarro, per certi versi controverso, e ha vissuto un’esistenza tutt’altro che monotona. Toglietevi dalla mente la figura dello scrittore che si dedica solo all’arte, senza mai abbandonare la sicurezza di casa sua. Perché Roald Dahl è stato pilota della Raf, ha rischiaro di morire combattendo contro i nazisti, ha condotto azioni di spionaggio al fianco di Ian Fleming. E molto altro ancora.

Pensate di sapere tutto dell’uomo dietro a personaggi indimenticabili come gli Umpa lumpa e gli Sporcelli? Riprendendo un pezzo di Bustle, ecco 9 curiosità su Roald Dahl che forse non conoscete.

 

1. ERA UN PILOTA DI CACCIA DA COMBATTIMENTO…

Nonostante fosse troppo alto, Roald Dahl è stato un pilota di caccia durante la seconda guerra mondiale. Ha combattuto per la Royal Air Force (RAF), ed è quasi morto in un incidente nei pressi di Alessandria d’Egitto, in seguito al quale ha riportato ferite alla testa e una temporanea cecità. Questo non gli ha impedito di tornare a volare e combattere i tedeschi nella battaglia delle Termopoli del 1941.

2. … E UNA SPIA

Non solo era una spia, ma in perfetto stile James Bond era anche piuttosto dotato nel suo lavoro. Dopo l’esperienza come pilota di caccia venne infatti inviato negli Stati Uniti come agente dei servizi segreti britannici. Qui lavorò fianco a fianco con Ian Fleming, conobbe Ernest Hemingway ed ebbe diverse avventure con ragazza americane dell’alta società – sempre in nome della ricerca d’informazioni, ovvio.

3. HA LAVORATO PER LA SHELLE PETROLEUM IN AFRICA 

Roald Dahl ha prestato servizio anche nell’esercito coloniale britannico in Africa orientale, in Kenya prima e in Tanzania poi. Durante questo incarico ha vissuto in un palazzo e ha imparato lo swahili.

4. PRIMA DI DIVENTARE PADRE HA SCRITTO LIBRI PER ADULTI

Prima di diventare un padre di famiglia quello che oggi è ricordato come uno dei maggiori scrittori per ragazzi di sempre si dedicava alla narrativa per adulti. Ha iniziato raccontando come si sia miracolosamente salvato da un incidente aereo – ricordate il punto uno? E poi ha continuato con racconti macabri e a volte anche erotici.

5. AMAVA SCRIVERE IN UN CAPANNONE 

A Roald Dahl piaceva scrivere seduto in poltrona in un capannone in giardino, solitamente tra le 10 e le 12, e tra le 16 e le 18. Nel capannone conservava anche una bizzarra collezione di cimeli: una palla fatta di involucri di barrette di cioccolato e un pezzo di osso che gli era stata rimosso chirurgicamente.

6. ERA A FAVORE DEI VACCINI

La vita familiare di Roald Dahl è stata segnata da diverse tragedie. Nel 1960, il figlio di 4 mesi Theo venne investito da un taxi e subì danni cerebrali. Dahl, insieme al chirurgo Kenneth Till e al giocattolaio Stanley Wade, creò un macchinario per aiutare il bambino nel recupero. Due anni più tardi, la figlia Olivia morì di morbillo, e Dahl diventò un forte sostenitore della vaccinazione dei bambini. Tre anni dopo, la moglie ebbe gravi problemi durante la gravidanza. Non c’è da stupirsi che le sue storie siano così cupe.

7. HA SCRITTO DUE SCENEGGIATURE PER IL CINEMA

Be’ tutto sommato aveva esperienze reali come spia da cui prendere spunto. Sia la sceneggiatura di “Chitty Chitty Bang Bang” che quella di “Si vive una volta sola” sono state poi pesantemente riviste da altri autori, ma a Dahl toccò il compito di adattare i due romanzi per il grande schermo. Potete incolpare lui per tutti gli incubi sull’Accalappiabambini!

8. A SCUOLA NON PRENDEVA BEI VOTI IN SCRITTURA

La scrittura non era la materia in cui il piccolo Dahl riusciva meglio. Diceva di lui un insegnante: “Non ho mai incontrato nessuno che scriva con insistenza parole che significano l’esatto contrario di ciò che dovrebbero”. Commenti come questo lo hanno seguito per il resto della vita, ma non sembra che la cosa lo abbia scoraggiato più di tanto.

9. HA MANTENUTO IL SENSO DELL’UMORISMO FINO ALLA FINE

Roald Dahl è morto nel 1990, il 23 novembre, ma il suo senso dell’umorismo vive ancora. Ha voluto che insieme a lui venissero sepolti, tra le altre cose, matite, vino rosso, cioccolato, stecche da biliardo e persino una sega elettrica.

 

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