“A Ciambra”: Jonas Carpignano estende la sua storia in un film

All'interno della comunità di Gioia Tauro con il giovane Pio chiamato a scegliere la sua strada

Un film di Jonas Carpignano. Con Pio Amato, Koudous Seihon, Damiano Damato. Drammatico, 100’. Italia, Francia, Germania, 2017

Data di uscita italiana: 31 agosto 2017

 

Il futuro è nelle tue mani. Sei solo tu che, usando il libro arbitrio, compi le scelte che poi condizioneranno tutto il resto della tua vita.

Ma la famiglia in cui nasci e cresci, e l’ambiente in cui vivi quanto condizionano queste decisioni e azioni?

Parecchio, e a dirlo non solo solo gli studi sociologici sull’argomento, ma anche il regista italo-americano Jonas Carpignano, che dopo il successo ottenuto con il cortometraggio del 2015 decide di riprendere storia e personaggi, trasformando “A Ciambra” in un film.

A Gioia Tauro, in Calabria, dentro la comunità rom, vivono il giovane Pio e la sua famiglia.

Per raccontare le dinamiche di questa società arcaica, desolante, maschilista, dove i bambini di sette anni iniziano a fumare e non pensano neppure di dover andare a scuola, Carpignano sceglie un tipo di regia quasi documentaristica.

Il protagonista Pio (Amato) non sa leggere né scrivere, vive per strada e la sua unica ambizione è ottenere la credibilità necessaria per entrare tra i grandi della famiglia e iniziare a “lavorare” con loro.

Pio non ha una vera figura maschile di riferimento né qualcuno che si prenda cura di lui. La madre e le sorelle passano le giornate davanti alla tv, aspettando che i maschi portino a casa i soldi.

Solamente Ayva (Seihon), immigrato per necessità dal Burkina Faso, si preoccupa e veglia su Pio, svolgendo la duplice funzione di amico e di padre.

“A Ciambra” è il racconto della perdita dell’innocenza da parte di Pio, a cui la vita non ha concesso una vera alternativa, ma è anche la storia del tradimento di un’amicizia.

La drammaturgia è semplice, scarna, lineare quanto potente e incisiva nella messa in scena. Però, paradossalmente, l’eccessivo realismo voluto dal regista finisce per penalizzare il film, che risulta eccessivo e ripetitivo.

Jonas Carpignano è bravo a mostrare la mentalità della comunità rom, ma nel farlo diluisce troppo i tempi narrativi, con un ritmo compassato e lento. Sarebbe stato opportuno asciugare il film di almeno 30’, perché due ore sono davvero troppo da superare.

La coppia artistica composta da Pio Amato e Koudous Seihon funziona, convince, buca lo schermo grazie alla convincente alchimia che si è creata tra i due interpreti.

Il resto del cast, composto da attori non professionisti, si dimostrano all’altezza dei ruoli.

Il finale è amaro quanto poetico nel mostrare in modo efficace il passaggio all’età adulta di Pio, secondo una strada che era già scritta.

 

Il biglietto da acquistare per “A Ciambra” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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