“A quiet place II”: un sequel carico di suspence, in un mondo silenzioso

John Krasinski gestisce bene le suggestioni della sua storia, nonostante qualche scivolone

Un film di John Krasinski. Con Emily Blunt, Cillian Murphy, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Djimon Hounsou. Horror, 97′. USA 2021

Quel che resta della famiglia Abbott si mette in marcia per cercare un nuovo, precario rifugio nel mondo popolato dalle creature mostruose che attaccano quando sentono un rumore. La mamma Evelyn, la figlia Regan, il figlio Marcus, oltre al neonato il cui pianto eventuale, innocente e incontrollabile è sempre una potenziale minaccia alla sicurezza, camminano nel massimo silenzio e giungono a un sito industriale che sembra abbandonato. Marcus finisce con un piede in una tagliola e non riesce a soffocare le grida. L’attenzione dei mostri è risvegliata, ma a condurre in salvo la famigliola è uno sconosciuto che ha fatto di quel luogo la sua casa. Evelyn scopre che si tratta di Emmett, un loro amico dei tempi normali che ha perso i figli e la moglie nel disastro e ora vorrebbe solo che loro se ne andassero il prima possibile. Regan, però, pensa che la musica che hanno captato con la radio sia un segnale: ha stabilito che proviene da un’isoletta vicina e vorrebbe raggiungerla. Non trova sponda in Marcus, perciò si mette in viaggio da sola verso l’ignoto.

 

Dopo tre anni d’attesa, è arrivato nelle sale “A quiet place II”, sequel quasi inevitabile, visto il successo (per un costo di circa 17 milioni il film ha incassa oltre 340 milioni in tutto il mondo), dell’horror apocalittico rivelazione del 2018, interpretato da Emily Blunt e diretto da John Krasinski. 

La seconda parte si apre portandoci all’inizio di tutto, nel momento esatto in cui gli alieni sono arrivati, durante una partita di baseball della Little League. Un’apertura sorprendente ma riuscita, che colma alcune lacune lasciate dalla pellicola precedente.

Dal giorno 1 dell’apocalisse si passa poi al 474, dove ci eravamo lasciati, pochi istanti dopo che Evelyn (Blunt) ha ucciso il suo primo alieno. Con il fienile della famiglia in fiamme e Lee morto, è ora di uscire di casa, di avventurarsi con i tre figli in ciò che resta del mondo.

Come nel primo film, il sound design è fondamentale – ricordiamo che tutto si gioca sulla contrapposizione silenzio/rumore, con i mostri che vengono attirati dai secondi. Questa volta la storia – non particolarmente innovativa, va detto – non viene raccontata dal solo punto di vista di Regan, ma porta avanti le vicende dei personaggi in parallelo, così da accrescere la tensione.

Perché Krasinski non dimentica mai che “A quiet place 2” è prima di tutto un film horror, un film teso che si concretizza in lunghe attese e attacchi improvvisi e violenti. La fotografia di Polly Morgan si sposa molto bene con il sound design e la colonna sonora; gli effetti speciali e la messa in scena sono ottimi.

Un sequel che non delude le aspettative, insomma. Nonostante qualche banalità e qualche scorciatoia narrativa di troppo, infatti, la forza evocativa e visuale dell’idea di base resta forte. Ed è bellissimo poterlo vedere al cinema: perché l’esperienza della sala, in casi come questo, è insuperabile.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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