A tu per tu con Valentina Lodovini, protagonista del film “Cambio tutto!”

L'attrice umbra racconta l'esperienza del lockdown ma anche le sfide di essere donna nel 2020

Il film “Cambio tutto” di Guido Chiesa (Belli di papà, Classe Z) doveva arrivare nelle sale il 5 marzo, ma l’emergenza legata al Coronavirus ha cambiato le carte in tavola. Esce invece oggi, 18 giugno, su Amazon Prime Video.

Abbiamo incontrato Valentina Lodovini, protagonista brava e tosta della pellicola, per parlare con lei di quello che è successo in questi mesi, e naturalmente di cinema.

 

Buon giorno Valentina, grazie per aver accettato il nostro invito.

Ciao Parole a Colori, è un piacere.

Il tuo personaggio, Giulia, è una donna vessata sia sul lavoro che nella vita privata, che però cambia pelle nel corso del film. Inizialmente remissiva, diventa poi preda della rabbia e alla fine felicemente egoista. Cosa ci dice il film del mondo di oggi, e come pensi che le donne dovrebbero comportarsi, per farsi ascoltare davvero?

Credo che oggi stiamo vivendo una forma di fobia nei confronti della donna, da parte di entrambi i sessi. Le donne sono costrette a piacere; devono lottare per farsi ascoltare, notare, apprezzare. La mia Giulia è stanca di questo stato di cose e decide di dire basta. Ha uno scatto di vitale egoismo, sì. E credo che tutte le donne, oggi, dovrebbero averne uno, per reclamare un ruolo e una visibilità.

Quanto ti senti vicina al tuo personaggio, sia prima che dopo il cambiamento?

Credo che per ogni donna sia facile vedersi almeno un po’ in Giulia. A tutte è capitato, ad esempio, di sentirsi fragili. Prendiamo il mio “mestiere”: se una donna si lamenta, anche a ragione, appare agli occhi degli uomini come una persona capricciosa. Mentre se lo fa un uomo lo si definisce meticoloso, serio, professionale…

Anche tu ami mangiare gelato nei momenti di sconforto, come Giulia?

Certo che si! Ma non soltanto gelato. Devo dire che sono una buona forchetta.

Battute a parte, pensi che “donna” e “multitasking” siano uno un binomio che riusciremo a superare, prima o dopo? Oppure essere in grado di fare più cose contemporaneamente è un punto di forza, anche se spesso sembra uno stereotipo?

Tutti siamo multitasking, è la vita che ce lo chiede. Nessuno può permettersi di fare soltanto una cosa alla volta. Credo che il “problema” abbia radici profonde, a partite dal nostro sistema educativo e culturale. Non è un caso che ai bambini vengano ancora regalate macchinine e treni, alle bambine pentole, piattini e via dicendo. Si impone fin dall’infanzia una distinzione che poi ci portiamo dietro anche crescendo.

Il film doveva uscire nelle sale a marzo, ma è stato fermato dal lockdown. Tu come hai vissuto questi mesi di isolamento?

Il lockdown l’ho vissuto come tutti. Fuori dal lavoro, sono poco mondana: stare a casa, leggere libri, vedere serie tv fanno parte del mio essere. Certamente tutto è stato amplificato. Ho pianto per la prima volta quando si è cantato dai balconi. Ho pianto di nuovo quando il premier Conte ha annunciato la chiusura dell’Italia. Ricordo di aver pianto anche quando i camioncini, per strada, invitavano a stare a casa, anziché rimandare la voce dell’arrotino.

Sei un attrice poliedrica, che nel corso della sua carriera è passata con disinvoltura dal dramma alla commedia e viceversa. Hai una preferenza?

Non faccio distinzione tra commedia e dramma. Semmai lo faccio tra brutti e bei copioni.

Nel film Giulia, quarantenne, si trova alle prese con una giovane influncer. Anche a Valentina Lodivini è capitato di avvertire il gap generazionale?

Io mi sento molto old style, internamente, molto vintage. Ho cinque nipoti dai 31 a 15 anni: inevitabilmente mi confronto con loro e mi faccio delle domande. Nonostante non mi senta i miei 42 anni, ho molte difficoltà ad adattarmi alla modernità. Ma come Giulia, tocca adeguarsi, cambiare. Il progresso spaventa, ma penso per alcune cose quello che serve è soprattutto tempo. Ciò che temo di più sono soprattutto la fretta e l’approssimazione.

Grazie di tutto Valentina, e in bocca al lupo.

Grazie a voi. Crepi il lupo.

 

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