“A voce alta – La forza della parola”: un film folgorante sul futuro dell’educazione

Stéphane de Freitas e Ladj Ly riprendono 30 giovani che si sfidano nell'arte dell'oratoria a Parigi

Un film di Stéphane de Freitas, Ladj Ly. Con Souleila Mahiddin, Eddy Moniot, Bertrand Périer. Documentario, 109′. Francia 2017

Ogni anno all’Università di Saint-Denis viene eletto il miglior oratore. Partecipano al concorso gli studenti di una classe multietnica, un professore li istruisce ai segreti del linguaggio e all’arte dell’espressione. In gioco c’è il piacere di prendere la parola, per esistere sulla scena del mondo ma anche per cambiarla con la potenza delle idee.

 

Appello a tutti gli italiani egocentrici, vanesi, presuntuosi: non potete mancare l’appuntamento al cinema con “A voce alta – La forza della parola”. Ma il film di Stéphane de Freitas e Ladj Ly è anche perfetto per chi non ne può più dei talent che spuntano come funghi in tv e premiano, paradossalmente, il non talento dei concorrenti.

Siamo dietro le quinte di una gara che si tiene dal 2012 a Parigi, all’Università di Saint-Denis. Né canto né ballo, però, qui la materia d’esame è l’eloquentia!

Si, avete letto bene. In un’epoca in cui l’apparenza prevale sulla sostanza e l’immagine sulla parola, ci sono ancora giovani che studiano e si allenano duramente per seguire le orme di Cicerone e Demostene.

“A voce alta” segue trenta talentuosi e determinati studenti universitari, che per migliorare le proprie capacità oratorie e vincere l’ambito titolo partecipano a un corso intensivo tenuto da avvocati, attori e poeti.

La prima parte del film è originale e divertente, pur nella semplicità della messa in scena. I protagonisti, pur consapevoli della presenza delle telecamere, risultano naturali e intensi. La seconda parte, invece, perde forza e incisività, trasformandosi in una sorta di versione francese di Amici di Maria De Filippi, dove viene dato troppo spazio alla vita privata dei concorrenti.

Il finale, anche se caricato e un po’ retorico nel suo voler essere una via di mezzo tra “L’attimo fuggente” e “Saranno famosi (Fame)”, trasmette comunque il messaggio, molto utile soprattutto per i più giovani, che studio e impegno sono ancora ciò che serve per emergere. Anche nella società dell’apparenza.

 

Il biglietto da acquistare per “A voce alta – La forza della parola” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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