Al cinema | A spasso con Bob

di Valentina Biondini

 

Un film di Roger Spottiswoode. Con Luke Treadaway, Ruta Gedmintas, Joanne Froggatt, Anthony Head, Beth Goddard, Caroline Goodall. Drammatico, 103’. 2016

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È uscito nelle sale italiane il 9 novembre “A spasso con Bob“, adattamento del romanzo omonimo di James Bowen pubblicato in Italia nel 2012, che racconta la storia vera della salvifica amicizia tra un eccentrico e testardo gatto rosso e il suo giovane e malconcio compagno umano.

Quella che potrebbe sembrare una favola a lieto fine – gli amanti degli animali si tranquillizzino: Bob è ancora vivo e vegeto e vive beatamente con il suo umano che, proprio grazie a lui, è diventato ricco e famoso – nasconde dei lati oscuri che ne rendono sconsigliata la visione ai bambini, ma la impongono quasi agli adulti.

Il film racconta fedelmente la vita nelle nostre città, dove alle vetrine luccicanti e cariche di merci e alle frotte vivaci di turisti – figurarsi, la pellicola è ambientata a Londra – si affianca una schiera di miserabili che non ha nulla. Una situazione che i più ignorano, semplicemente distogliendo lo sguardo, ma talmente comune da essere diventata complemento d’arredo dell’odierno paesaggio urbano.

James Bowen (Treadaway) è un ragazzo londinese, tossicodipendente dall’età di undici anni, che cerca di racimolare qualche sterlina esibendosi, chitarra alla mano, a Covent Garden come artista di strada.

James è profondamente solo – il padre, che si è rifatto una famiglia, lo tiene a distanza – ed è un homeless che non tutti i giorni riesce a mettere qualcosa sotto ai denti e che ogni sera deve rimediarsi un posto dove dormire, rigorosamente all’addiaccio.

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James Bowen e il gatto Bob per le vie di Londra.

Ma James è anche intenzionato a disintossicarsi. L’assistente sociale che lo segue, Val, comprende che il giovane può salvarsi, ma che, affinché ciò accada, il primo passo è toglierlo dalla strada. Così, insistendo con la sua superiore, la donna procura a James un alloggio popolare. Ed è qui che entra in scena Bob, un ginger cat randagio che, spinto dalla fame, si introduce nell’appartamento alla ricerca di cibo.

Dapprima sarà James a prendersi cura del gattone, ma pian piano i ruoli si ribalteranno. Bob, infatti, aiuterà l’altro a rimettersi in sesto economicamente – non capita spesso, neanche nella poliedrica Londra, che un artista canti con un gatto in spalla! – e, da bravo psicoterapeuta felino, saprà aggiustargli anche l’anima.

La regia di “A spasso con Bob” è stata affidata al settantunenne canadese Roger Spottiswoode che non è nuovo a lavorare con gli animali (“Turner e il casinaro”, “Il mio amico Nanuk”). Una prova senza infamia e senza lode, in cui mancano particolari guizzi creativi, ma la storia è buona e tanto basta.

Nei panni, il più delle volte stracciati, del protagonista c’è il giovane e semisconosciuto Luke Treadaway, che regala un’interpretazione intensa e convincente. Nel film il promettente attore inglese non mette soltanto la faccia, ma anche la voce, dimostrando di avere ottime doti canore.

Ruta Gedmintas interpreta Beth, la fantastica vicina di casa di James e Bob. Vegana, ambientalista, animalista e con una tragica storia alle spalle, sarà lei – oltre a Bob, naturalmente – a dare speranza a James. Per chi non lo sapesse, i due attori fanno coppia fissa anche fuori dal set.

L’assistente sociale Val è Joanne Froggatt – la dolce Anna di “Downton Abbey” – che fa del suo meglio per impersonare un personaggio che, secondo chi scrive, resta sempre un po’ troppo freddo e distaccato.

And last but not least Bob. Ad interpretarlo, a differenza di quanto si dice nel trailer, non sarebbe il vero Bob, o almeno non soltanto lui. In un’intervista rilasciata a Best Movie, infatti, il regista ha dichiarato di aver scritturato una serie di gatti addestrati, ma quando si è trattato di girare le scene a Covent Garden, in mezzo alla gente, questi sono andati nel panico. Così è dovuto ricorrere al vero Bob, perfettamente a suo agio in quell’ambiente e anche davanti alla telecamera. In ogni caso – la sua o la loro – è stata una performance magistrale.

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James Bowen e il gatto Bob.

La scena preferita – Quando il padre di Luke finalmente zittisce la bisbetica moglie dicendole di non disturbalo mentre sta parlando con suo figlio e con suo nipote, riferendosi a Bob.

La curiosità – La simpatica sciarpa colorata che Bob indossa gli viene donata da una fan nel corso del film e si ispira a quella indossata dal IV Dottore nella serie Sci-Fi più longeva al mondo, made in Great Britain, “Doctor Who” (di cosa stiamo parlando? Leggete qui).

Il consiglio – Se i gatti vi affascinano, perché in fondo al vostro cuore sapete quanto siano in grado di influire positivamente sulla vita delle persone, e potete sopportare la vista della dura esistenza di chi vive per strada – del resto questo è anche lo spettacolo che ci offre ogni giorno la nostra società –, la storia agrodolce di “A spasso con Bob” è ciò che fa per voi.

 

Il biglietto da acquistare per “A spasso con Bob” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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