Al cinema: Brooklyn

Un film di John Crowley. Con Domhnall Gleeson, Saoirse Ronan, Emily Bett Rickards, Julie Walters, Jim Broadbent. Drammatico, 105′. 2015

Brooklyn, locandina

La storia ci racconta generalmente di come gli uomini siano stati – e in alcuni casi siano ancora oggi – costretti ad abbandonare il proprio Paese e la famiglia a causa della mancanza di lavoro, per emigrare verso nuovi continenti.

L’America, considerata la nuova terra promessa, è stata il punto d’arrivo di numerosi flussi migratori provenienti dall’Europa nel secolo scorso. E oltre agli uomini anche molte donne, armate di coraggio e della speranza di una vita migliore, hanno deciso di imbarcarsi su una nave e di attraversare l’oceano. Di queste, molte erano irlandesi.

Brooklyn” di John Crowly non è altro che la storia di una di loro, la giovane e ingenua Eilis (Ronan) che nel 1952 decide di lasciare l’Irlanda e la sua amata famiglia per andare incontro al suo destino e realizzare i suoi sogni, trasferendosi a New York.

Dopo un viaggio lungo e difficile, Eilis arriva negli Stati Uniti, dove inizia a lavorare come commessa in un grande magazzino newyorkese e, su consiglio del suo parroco e confidente Padre Fllod (Broadbent), anche a frequentare un corso di economia.

Per Eilis però la vera sfida è vincere la struggente nostalgia di casa. La ragazza soffre infatti di una forma di saudade in chiave irlandese, segnata da una profonda solitudine, nonostante possa contare sull’accoglienza nella pensione della signora Madge Kehoe (Walters) e sulla vicinanza delle altre giovani pensionanti.

Come capita spesso nella vita è l’amore a riportare il sorriso sul volto delle persone, anche delle più tristi. Così quando Eilis incontra l’italio-americano Tony (Cohen) il suo mondo torna a essere colorato e il sole a splendere.

I due giovani si frequentano, s’innamorano, progettano una vita insieme. A scombinare le carte arriva però dall’Irlanda la notizia della morte improvvisa della sorella di Eilis. La ragazza decide allora di tornare a casa per stare vicino alla madre, non prima però di avere sposato il suo Tony, con la promessa di un ritorno certo tra le sue braccia.

Rivedere l’Irlanda è per Eilis una gioia immensa, ma anche una tentazione. L’incontro con il gentile Jim (Gleesoon) farà infatti sorgere nella protagonista il dubbio di dove si trovi davvero la felicità.

Saoirse Ronan in una scena di Brooklyn
Saoirse Ronan in una scena di Brooklyn

Il film “Brooklyn”, catalogato come melodramma, è almeno nella prima parte anche una piacevole commedia dove non mancano i momenti brillanti e divertenti, oltre agli spunti di riflessione sul tema, sempre attuale, dell’immigrazione e sui sacrifici che si compiono per cercare di avere un lavoro dignitoso.

Un film pulito, garbato e ironico, che si fa forte della sua semplicità narrativa. Il testo è ben scritto, fluido, diretto, trasmette emozioni chiare senza però mai cadere nel patetico e nell’eccessivo. La struttura narrativa è lineare: evitando inutili e spesso superflue sovrastrutture e complicazioni regista e sceneggiatori hanno scelto di puntare dritto al cuore dello spettatore, che oggettivamente non può non essere coinvolto dalla storia.

La seconda parte della pellicola è più prevedibile e meno incisiva, per via dell’elemento drammatico inserito in una situazione piuttosto debole, ma nonostante questo lo spettatore non avverte un’eccessiva pesantezza del racconto, continuando a essere in sintonia con i personaggi.

La regia è ordinata, solida ed essenziale, e riesce con bravura a costruire una storia nel complesso leggera e digeribile, sebbene si tratti appunto di un melodramma.

Saoirse Ronan non si sarà aggiudicata l’Oscar come miglior attrice protagonista per questo ruolo, ma la sua performance è comunque di buon livello, pulita e intensa. Una piacevole sorpresa che siamo certi presto diventerà una consuetudine vedere sui nostri schermi.

Parlando di nomination sfumate, Julie Walters si dimostra davvero esilarante nel ruolo della pungente padrona di casa newyorkese. Anche il resto del cast è degno di un convinto plauso per il lavoro svolto.

Il finale, sebbene forse un po’ frettoloso e volutamente iper-romantico, non rovina allo spettatore la sensazione di aver visto una bella storia di coraggio e d’amore. Anche se le basi di partenza sono complicate, anche se si parte svantaggiati, esiste sempre la possibilità di scrivere pagine diverse per la propria vicenda personale. Basta crederci e lottare.

 

Il biglietto da acquistare per “Brooklyn” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.


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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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