Al cinema: Equals

Un film di Drake Doremus. Con Kristen Stewart, Nicholas Hoult, Guy Pearce, Jacki Weaver, Kate Lyn Sheil. Fantascienza, 101′. 2015

Come sarebbe la vita sulla Terra se l’uomo fosse privo di sentimenti, e soprattutto della facoltà d’amare? Questo scenario renderebbe il nostro pianeta un luogo grigio, opaco, triste, prevedibile, sempre uguale, utopico, per come lo ha immaginato il regista Drake Doremus nel suo film “Equals”, presentato alla 72° edizione della Mostra di Venezia.

In questo nuovo mondo gli uomini lavorano, mangiano e dormono senza emozionarsi mai, in pratica sono simili a zombie. In questo mondo, provare un sentimento significa essere gravemente malati – affetti da “Sos”, sindrome dell’eccitamento -, bisognosi di cure anche estreme come la quarantena.

La società, il Collettivo, prevede inseminazioni programmate per procreare, ma proibisce qualsiasi forma di contatto spontaneo. Nonostante questo la freccia di Cupido colpisce i giovani Silas (Hoilt) e Nia (Stewart), spingendoli uno tra le braccia dell’altra e portandoli a sfidare il sistema.

Al Festival di Venezia dello scorso anno, la critica ha letteralmente fatto a pezzi “Equals”, giudicandolo noioso, scontato dal punto di vista narrativo e interpretato in maniera desolante.

Non amo sparare sulla Croce Rossa, per cui non mi accodo al plotone d’esecuzione – anche perché a mio avviso il film di Doremus funziona, con il suo ritmo mortifero e irritante, almeno nella prima parte, quando deve trasmettere al pubblico l’apatia e lentezza di questa immaginaria società.

La struttura narrativa, che racconta un mondo immobile e sempre uguale a se stesso, è buona; la scelta dello sceneggiatore di limitare al massimo dialoghi, preferendo la fisicità, i silenzi e gli sguardi dei protagonisti è vincente.

La regia di Drake Doremus è apprezzabile, nella prima mezz’ora, nel suo delineare una storia d’amore puramente platonica, ma si perde poi, per diventare senza nerbo, quando si tratta di dare corpo ai sentimenti e alla trasformazione dell’animo dei protagonisti.

La coppia Hoult-Stewart piace inizialmente proprio per la sua fissità: in questo caso essere sempre uguali, mono-espressivi, era funzionale all’idea di fondo che si voleva trasmettere.

Il difficile era cambiare pelle in corsa e riuscire poi a trasmettere le emozioni tipiche di una persona innamorata, e proprio qui cominciano i dolori artistici. I due attori non riescono proprio a cambiare registro, finendo per diventare solo stucchevoli e irritanti e annoiando il pubblico con le loro smorfie.

L’amore è uno dei temi più usati e abusati al cinema, e nonostante questo mostrare per immagini in maniera convincente il mistero dell’innamoramento non è affatto semplice o scontato. Purtroppo “Equals” non ci riesce proprio, e quello che ci rimanda è soltanto un’idea sbiadita.

 

Il biglietto da acquistare per “Equals” è: 1)Neanche regalato (con riserva); 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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