Un film di F. Gary Gray. Con Vin Diesel, Jason Statham, Dwayne Johnson, Scott Eastwood, Michelle Rodriguez, Helen Mirren, Charlize Theron, Kurt Russell, Eva Mendes. Azione, 136′. 2017

Ti rendi conto di essere ormai giunto all’età della pensione, anche come giornalista per caso, quando prima della proiezione stampa dell’atteso “Fast and Furious 8” di F. Gary Gray chiedi a dei colleghi più giovani un breve riassunto della saga e loro ti elencano entusiasti i pregi, l’essenza, i significati reconditi dietro i diversi personaggi, mentre tu rimani tra il perplesso e l’annoiato.

Ma siccome il caporedattore Turilazzi non ha intenzione, al momento, di lasciarmi godere il meritato riposo, ecco che mi sono dovuto sorbire oltre due ore di film, preceduto da due improbabili gruppi musicali, difficilmente classificabili in un preciso genere.

I numeri al botteghino e i milioni di fan nel mondo hanno sancito il successo e la lunga vita di “Fast and Furious”, gettando le basi, dicono i bene informati, per la produzione anche dei capitoli 9 e 10.

L’ottavo episodio, il primo senza Paul Walker, era molto atteso. Tanta la curiosità di capire come gli autori avrebbero rimodellato la saga dopo la tragica scomparsa di uno dei principali protagonisti.

Ebbene, ecco alcuni commenti a caldo dei colleghi/fan alla fine della proiezione.

“Perfetto. Uno dei migliori della saga. Per bellezza e spettacolarità si avvicina al settimo”.

“Un grande film d’azione”.

“Charlize Theron è di una perfidia e cattiveria unica, da volerla sempre accanto”.

“Fast and Furious 8 non delude le aspettative. 2 ore e 15 sono volate via”.

Potrei anche chiudere qui la recensione, e probabilmente sarebbe la cosa più giusta da fare. Ma sono cosciente che esistono anche spettatori anziani o meno entusiasti, che magari decideranno di dare una chance alla saga senza aver visto neanche un fotogramma prima. Per loro il mio feedback potrebbe non essere superfluo.

La prima cosa che colpisce in “Fast and Furious 8” è l’uso, e oserei dire l’abuso, della parola famiglia. Paradossalmente, la parola viene citata più volte in questo film che nella serie “Un medico in famiglia”!

Mi sono sempre definito bigotto, conservatore e tradizionalista, ma su questo versante sono un progressista. Oggi di famiglia non ne esiste più un solo tipo, è innegabile.

Ma che in un action movie costruito su inseguimenti in macchina, sparatorie, tradimenti, doppio gioco, quasi ogni personaggio giustifichi le sue azioni appellandosi a questo concetto…

Il film è divertente, rumoroso, ha delle location belle e mozzafiato (Cuba, New York, il Polo Nord, Londra), si lascia guardare per le scene di lotta e inseguimento con le auto più costose e amate, ma è lungo.

Vin Diesel e Charlize Theron in una scena. (2017)

Il cast è ormai padrone della storia e dei personaggi, ognuno interpreta il suo ruolo con grande naturalezza, credibilità ed efficacia.

Le liti tra i duri e puri Dawyne Johnson e Jason Statham sono momenti di puro divertimento, della serie anche i “macho” sono capaci di strappare un sorriso.

Merita un discorso a parte l’ingresso di Charlize Theron nella saga, nel ruolo della spietata hacker Chiper. La sua interpretazione di per sé vale il prezzo del biglietto. L’attrice conferma di essere a suo agio nei ruoli negativi. Dopo la splendida e accecante Regina di ghiaccio di “Biancaneve e il Cacciatore”, si supera qui come antagonista di Vin Diesel.

La Theron incanta, trasuda magnetismo e fascino, mostra una ferocia e una determinazione che mettono i brividi. Quando è in scena è impossibile per lo spettatore distrarsi, conquistato com’è dal carisma del premio Oscar.

“Fast and Furious 8” è uno di quei film che magari non entreranno nella storia del cinema, ma che avrà sicuramente un posto speciale nel cuore dello spettatore, perché no, anche di quello un po’ agée.

 

Il biglietto da acquistare per i fan di “Fast and Furious 8” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre (con riserva).

Il biglietto da acquistare per un neofita della saga (ma innamorato da sempre di Charlize Theron) è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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