Al cinema: I magnifici sette

Un film di Antoine Fuqua. Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Byung-Hun Lee, Peter Sarsgaard. Azione, 132′. 2016

Due premesse d’obbligo, prima della recensione: non sono un appassionato del genere western e diffido per principio della categoria dei remake, che il più delle volte risultano soltanto copie mediocri e poco riuscite del film originale.

I nuovi “Magnifici sette”, portati a Venezia fuori concorso da Antoine Fuqua, mi davano da pensare per due motivi. Le storie di cowboy possono ancora risultare interessanti? E, nell’intento di renderle commerciali, non si rischia di intervenire troppo e creare un genere spurio? Ebbene dopo aver assistito alla proiezione che ha chiuso la 73° edizione della Mostra del cinema di Venezia posso dire con sollievo che i miei timori erano infondati.

Non ho visto il film originale del 1960 di John Sturges e quindi non sono in grado di fare paragoni tra quello e il remake e stabilire come le due pellicole divergono, ma posso garantirvi che “I magnifici sette” di Fuqua rispetta appieno la tradizione e lo spirito del western.

La cittadina di Rose Creek ha un problema: si trova in una valle che si rivela essere un consistente bacino minerario. Il magnate Bartholomew Bogue (Sarsgaard) ha deciso di appropriarsene senza porsi alcun tipo di scrupolo, lasciando alla popolazione tre settimane per decidere se accettare un risarcimento da fame per i terreni espropriati o farsi uccidere.

Emma Cullen, che si è vista uccidere dagli uomini di Bogue il marito, lascia Rose Creek con un proposito ben preciso: trovare qualcuno che accetti, dietro compenso, di difendere i suoi concittadini. Il qualcuno in questione è Sam Chisolm (Washington), un funzionario statale il cui compito è rintracciare e mettere in condizione di non nuocere pericolosi criminali ricercati. Una volta accettata la proposta Chisolm progressivamente convincerà altri uomini a unirsi a lui. Bogue è però pronto a scatenargli contro un volume di fuoco davvero imponente.

Denzel Washington in una scena del film. (2016)

Anche se il paragone può sembrare azzardato, il film somiglia per certi versi alla serie tv “A-team”. In entrambi ci sono due gruppi di eroi al limite se non proprio fuori dalla legge, chiamati a difendere degli innocenti quando l’autorità che dovrebbe farlo è assente se non corrotta.

Gli sceneggiatori hanno scelto una linea narrativa semplice, lineare, chiara senza inventarsi alcuna bizzarria o sofismo intellettuale e questo si rivela vincente.

I nuovi Magnifici sette rendono omaggio al genere riproponendo la struttura narrativa dei grandi film del passato: problema, richiesta d’aiuto, arrivo dei buoni in città, duelli e sparatorie, morte del cattivo e finale. Il western potrà anche essere considerato violento, a volte truculento, ma in un epoca di guerra tecnologica e film Marvel, conserva il suo fascino.

Un film corale, quello di Fuqua, in cui magari non emerge nessun attore singolarmente ma la forza del gruppo, compatto, coeso, talentuoso.

La regia convince per talento, esperienza e abilità, portando in scena un remake che risulta godibile e avvincente, spettacolare nelle scene di battaglia, di buon ritmo.

Il finale, sebbene prevedibile e scontato, riesce a regalare emozioni, lasciando nello spettatore anche il desiderio di vedersi qualche vecchio film, sognando di vivere nel selvaggio ed eroico West del passato.

 

Il biglietto da acquistare per “I magnifici sette” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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