Al cinema: Jupiter. Il destino dell’universo

Un film di Lana Wachowski, Andy Wachowski. Con Channing Tatum, Mila Kunis, Sean Bean, Eddie Redmayne, Douglas Booth. Azione, 12′. 2015 

Jupiter, figlia di immigrati russi, pulisce i bagni per vivere, sogna un domani migliore ma nel suo presente dorme in una stanza con i suoi parenti e non pensa di valere più del lavoro che fa. Un giorno, a sorpresa, in un salvataggio rocambolesco scopre di essere l’oggetto del desiderio di una famiglia di nobili alieni e viene così rapita da quello che diventerà il suo oggetto del desiderio, un mercenario mezzo uomo-mezzo cane. Dopo aver passato in rassegna i tre fratelli del nobile casato che si litiga la sua amicizia per interesse, come fossero fantasmi dickensiani, scoprirà di poter finalmente lottare per se stessa assieme al suo cavaliere.

 

La bella che scopre di appartenere a un mondo diverso rispetto a quello dove è vissuta da sempre, il protettore che la salva dai cattivi ancora e ancora, l’amore che supera ogni legge di razza, di specie, di galassia. Variazioni su un tema che conosciamo ormai a memoria (da Twilight in avanti gli ultimi anni sono stati prodighi di pellicole sviluppate seguendo questo canovaccio di partenza).

Perché il film dei fratelli Wachowski riesce comunque a essere godibile, a suo modo avventuroso, sicuramente affascinante? Prima di tutto perché sì, ammettiamolo, siamo tutti in fondo degli inguaribili romantici e quindi vedere una nuova versione declinata in chiave fantasy/fantascientifica della storia d’amore che supera ogni ostacolo non ci dispiace. Anche se forse Jupiter Jones/Mila Kunis e Caine Wise/Channing Tatum non sono i Romeo e Giulietta più convincenti degli ultimi anni. Ma comunque.

Oltre a questa considerazione psicologica, la pellicola ha dalla sua delle bellissime ambientazioni, delle scelte “scenografriche” così originali da tenere avvinto lo spettatore. La trama sarà anche vista e rivista però la computer vision e gli effetti speciali offrono oggi possibilità illimitate, se si hanno delle buone idee di partenza su cui lavorare.

Non è la prima volta che vediamo lo spazio e pianeti distanti anni luce dal nostro, ma la realizzazione delle astronavi, dei palazzi degli Abrasax, dei personaggi alieni è originale, graficamente riuscita. Ci sono delle sorprese, nel corso della pellicola, scene spettacolari, momenti divertenti. L’arrivo di Jupiter nella “cattedrale” dove dovrebbe tenersi il matrimonio tra lei e Titus è estremamente d’impatto, le scene di lotta dove protagonista è Caine Wise, un guerrieri ibrido, mezzo uomo, mezzo cane, fanno tenere più o meno il fiato sospeso.

A ben vedere quello che fa davvero difetto a questo film sono soprattutto i cattivi. Diciamo che le potenzialità c’erano tutte, ma i tre fratelli alieni Abrasax non riescono a sviluppare a pieno le loro capacità. Titus (Douglas Booth) è abbastanza falso, capace di ingannare con la sua bellezza e le sue buone maniere, ma quando deve dimostrarsi pericoloso… bha. Kalique (Tuppence Middleton), ossessionata dalla giovinezza e dalla bellezza, è puramente ornamentale.

Ma è soprattutto il fratello maggiore, Balem – impersonato dal fresco vincitore dell’Oscar Eddie Redmayne – a non convincere. Forse perché lui, teoricamente, dovrebbe essere Il Cattivo con la C maiuscola. invece è piatto, slavato, quasi inconsistente. Sarà colpa anche del doppiaggio – cavolo, quella voce flebile e sussurrata è terribile! -, ma Balem non sembra un vero cattivo. Ha grandi idee, manie di grandezza, un buon potenziale distruttivo, eppure… cosa fa, all’effettivo? Niente. Minaccia, promette, ma se si guarda al suo operato alla fine dei 125′ di pellicola non ci vengono in mente grandi azioni da lui messe in atto.

Anche il suo piano per la Terra, alla fine, si risolve in un nulla di fatto. È un cattivo con le unghie spuntate, troppo poco attivo e crudele per reggere il confronto con altri esempi del suo genere che abbiamo amato in passato – vogliamo parlare dei vari Joker di Batman? Di Dart Fener? Sorvoliamo sul fatto che il male, almeno al cinema, vince molto di rado, ma ciò non toglie che possa essere rappresentato da personaggi forti, convincenti, che piacciono – anche se poi non facciamo il tifo per loro, ma per l’eroe. In “Jupiter”… come può piacerci Balem? Troppo insipido, troppo monodimensionale.

I cattivi non faranno grandi cose, in ogni caso le occasioni per i due protagonisti di finire male non mancano. Alla fine Jupiter torna alla sua vita sulla Terra (ammetto che vederla di nuovo a fare la donna delle pulizie in casa di gente benestante mi ha un po’ spiazzata), ma niente è come prima. Della ragazza infelice e grigia di un tempo adesso resta ben poco. Anche se la situazione sembra non essere cambiata nei fatti, la conoscenza di quello che c’è là fuori, il suo ruolo nel cosmo e la presenza di Caine bastano alla giovane principessa/regina – quello che è – per affrontare l’esistenza terrestre con uno spirito differente. Titoli di coda.


 

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