Al cinema | La tartaruga rossa

Un film di Michael Dudok de Wit. Animazione, 80′. 2016

Al cinema dal 27 al 29 marzo

Durante un festival cinematografico capita anche all’inviato più volenteroso di perdersi un film, perché non possiede il dono dell’ubiquità o la forza di affrontare l’ennesima coda, per stanchezza o magari consigliato da un collega che lo ha già visto e bocciato.

“La tartaruga rossa” è uno dei film da festival che mi è sfuggito nel 2016, e non una ma ben due volte – la prima a Cannes nel mese di maggio, la seconda a ottobre alla Festa del cinema di Roma.

In entrambi i casi avevo lunghe liste di pellicole da vedere, per mandato del magazine e per scelta personale, e i “feedback” che avevo ricevuto sulla pellicola giapponese erano tali da spingermi a girare a largo dalla sala.

Ebbene “La tartaruga rossa ” di Michael Dudok de Wit è arrivato nella cinquina dei film d’animazione candidati agli Oscar, accompagnato da un largo consenso di critica. E da cronista curioso quale sono ho finalmente deciso di colmare la mia lacuna, partecipando all’ultima anteprima per giornalisti pigri prima dell’uscita nei cinema il 27, 28 e 29 marzo.

Sebbene manchino del tutto i dialoghi – al loro posto lo spettatore potrà ascoltare i suoni del mare, e quelli spaventosi di un’isola deserta -, il film offre un’esperienza sensoriale emotiva e coinvolgente.

Tutto inizia con il drammatico naufragio di un uomo. Non sappiamo chi sia né da dove venga. Nella mente di chi guarda scatta quasi subito il parallelo con la storia di Robin Crusoe, ma l’accostamento è calzante solo in parte.

Dopo l’iniziale smarrimento, il protagonista si inoltra con prudenza nell’isola dove è stato trasportato dalle onde. Deciso ad andarsene, per tre volte costruisce una zattera, ma qualcosa di misterioso affonda la sua barca costringendolo a tornare a riva.

La forza misteriosa si rivela essere una tartaruga rossa, che in realtà è altro rispetto a ciò che sembra…

A questo punto la storia cambia genere, diventando una via di mezzo tra “Tarzan” e “Laguna blu”, ma con toni, stile e forza narrativa di alto livello e soprattutto un grande impatto emozionale e visivo.

Un’azzeccata e trascinante colonna sonora detta i tempi dell’intreccio narrativo, suggestivo e intenso ma non sempre lineare e preciso.

La sceneggiatura, per quanto ben scritta, si presta a più livelli d’interpretazione e finisce per risultare eccessivamente metaforica e di non facile comprensione.

La regia di Michael Dudok de Wit è di assoluto valore, elegante, esteticamente pregevole e talentuosa.

Il finale, commovente e malinconico, conferma allo spettatore che la Natura, nel suo essere anche madre, si occupa dell’essere umano donandogli sempre la possibilità di vivere una vita piena in qualunque situazione.

 

Il biglietto da acquistare per “La tartaruga rossa” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto (con riserva); 5)Sempre.





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