Al cinema | Loving

di Alessandra Pappalardo

 

Un film di Jeff Nichols. Con Joel Edgerton, Ruth Negga, Michael Shannon, Marton Csokas, Alano Miller. Drammatico, 126′. 2016

C’è un campo verdeggiante. Una donna innamorata di un uomo che vuole costruire una casa su quel terreno che ha comprato proprio per iniziare un progetto di vita insieme. Il ritmo del rock & roll di sottofondo, con una voce che canta “tutto andrà bene”.

Il problema è che siamo in Virginia, tra la fine dei ’50 e l’inizio dei ’60. Richard (Edgerton) e Mildred (Negga) sono una coppia interraziale. Nel loro Stato i matrimoni misti sono proibiti, la legge non ammette eccezioni e non si cura dei sentimenti o di eventuali figli in arrivo.

Il sole che illumina il campo, allora, diventa accecante come la luce in un sogno che svanisce al momento del risveglio.

La pellicola “Loving” di Jeff Nichols, da qui in avanti ha l’arduo compito di portare sulle spalle un topos letterario antico e potente che sembra riflettere la ciclicità degli errori umani.

Da una parte c’è la legge terrena che impone ai due coniugi una separazione forzata, o un’altra forma di penitenza; dall’altra la legge dell’anima (che qualcuno chiamerebbe divina), che spinge a lottare per un diritto che dovrebbe essere naturale, quello di restare con la persona che ami e vivere una vita semplice e serena insieme.

Così Mildred diventa un’eroina-specchio dell’Antigone sofoclea in lotta contro le leggi degli umani, sostenuta da un timido, ma mai codardo, eroe maschile che vorrebbe solo la cosa più normale di tutte: una routine (negata) con sua moglie.

Ed ecco, mentre gli anni passano, che assistiamo anche alla rappresentazione del tema dell’esilio, con i due protagonisti costretti ad allontanarsi e a combattere una battaglia che diventa mediatica, oltre che esemplare, nella speranza che giovi alla coppia e ad altre persone nella loro stessa, assurda situazione.

Ma la sensazione, nonostante gli sforzi e la delicatezza espressiva del regista e del cast, è che il film non decolli mai del tutto, risultando abbastanza piatto e incapace di rendere a pieno la grandiosità di quell’evento storico cha tanto ha significato per i diritti civili.





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