Al cinema: Rara – Una strana famiglia

Un film di Pepa San Martín. Con Julia Lübbert, Mariana Loyola, Agustina Muñoz, Emilia Ossandón, Daniel Muñoz. Drammatico, 90′. 2016

Come si definisce, oggi, una famiglia? Da chi deve essere composta, e a chi possono essere affidati dei minori?

Chi scrive è un conservatore convinto, eppure sul tema dei diritti civili e sul desiderio delle coppie formate da persone dello stesso sesso si sposarsi e adottare ho un approccio liberal, dettato non tanto dalla prudenza quanto dalla consapevolezza che non esistano prove scientifiche per affermare che un bambino allevato da una coppia gay cresca con problemi o turbe particolari.

L’Italia ha iniziato solo di recente ad allinearsi agli altri Paesi europei per quanto concerne la normativa sul matrimonio omosessuale, mentre per le adozioni la strada da percorrere sembra ancora lunga.

Ma cosa sappiamo davvero di come un bambino o un’adolescente viva avendo accanto due madri – o due padri?

La regista cilena Pepa San Martín prova a rispondere alla domanda con il suo film “Rara – Una strana famiglia”, delicato e toccante.

Nel Cile di oggi l’adolescente Sara (Lubbert) vive con la sorellina Cata (Ossandon), la madre Paula (Loyola) e la compagna di lei, Lia (Munoz).

Di Paula – del suo passato, del motivo per cui abbia divorziato dal marito e abbia deciso poi di intraprendere questa nuova relazione – non sappiamo nulla, ma paradossalmente è originale e intrigante dal punto di vista narrativo osservare le dinamiche quotidiane di una cosiddetta “famiglia arcobaleno” senza avere idea del background dei protagonisti.

Una scena del film “Rara – Una strana famiglia”.

Una famiglia normale, come tante altre, quella formata dalle quattro donne. Una famiglia in cui si litiga, si pranza insieme, ci si diverte e si cresce.

Le due sorelle sembrano vivere senza traumi il fatto di dividersi tra due nuclei familiari (anche il padre, infatti, è risposato), ma l’avvicinamento sentimentale a un ragazzo porta Sara a porsi delle domande sul rapporto affettivo della madre con Lia, facendola entrare in crisi e guastando anche l’armonia della famiglia.

Inizia così una dura battaglia legale tra Paula e l’ex marito per l’affidamento delle figlie…

La sceneggiatura di “Rara” è semplice, lineare, diretta e nello stesso tempo profonda nel descrivere il microcosmo emotiva di Sara e quanto questo, come quello di ogni adolescente, sia fragile e suscettibile di condizionamenti dall’esterno.

Il tema attualissimo della “famiglia alternativa” viene affrontato in modo credibile e incisivo, portando lo spettatore a conoscere in modo diretto le problematiche di cui tanto si parla.

Il cast è di assoluto livello, talentuoso, intenso e capace di costruire un ponte emotivo con il pubblico.

La regia di Pepa San Martín è semplice, pulita, magari di taglio più televisivo, ma abile nel ricreare un’atmosfera famigliare, con i suoi lati positivi e negativi, e nel raccontare con una sensibilità da artista un tema così delicato e attuale.

Come sembra dirci il malinconico finale, è difficile stabilire a tavolino quale sia la famiglia più giusta per far crescere un figlio, ma al di là della legge quello che non deve mancare è soprattutto l’amore.

 

Il biglietto da acquistare per “Rara – Una strana famiglia” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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