Al cinema | Smetto quando voglio – Masterclass

Un film di Sydney Sibilia. Con Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Pietro Sermonti. Commedia, 118’. 2017

Le sfide selezionano in maniera netta chi, in campo cinematografico, merita di essere definito un artista completo, creativo e di talento e chi no.

Sidney Sibilia, dopo il meritato successo di tre anni fa con “Smetto quando voglio”, poteva decidere che cosa fare “da grande” e scegliere, in tranquillità, di dirigere film facili e commerciali.

Invece il giovane regista campano – insieme ai produttori Domenico Procacci e Matteo Rovere – ha voluto, con coraggio, alzare l’asticella e creare non solo un sequel della prima pellicola, ma una trilogia, girando due film in contemporanea.

Un sforzo produttivo e creativo che dà al cinema italiano un respiro internazionale, avvicinandolo ad alcune produzioni a stelle e strisce.

Fatte queste premesse, diciamo subito che il secondo episodio di “Smetto quando voglio” è nel complesso godibile, divertente, garbato, ma meno brillante e incisivo del primo, definito da più parti un cult.

Come ha ammesso lo stesso Sibilia in conferenza stampa, la maggiore difficolta drammaturgica è stata quella di riaprire la storia dopo la chiusura del primo film, trovando un aggancio credibile.

La banda dei ricercatori è tornata, anzi, diciamo che non se n’è mai andata. Se per sopravvivere Pietro Zinni (Leo) e i suoi colleghi cervelloni avevano creato una droga legale, diventando poi dei criminali, in “Smetto quando voglio – Masterclass” è la legge ad aver bisogno di loro.

L’ispettore Paola Coletti (Scarano) chiederà al detenuto Zinni di rimettere su la banda, creando una task force che entri in azione e fermi il dilagare delle smart drugs e l’azione di un misterioso cattivo (Lo Cascio).

Agire nell’ombra per ottenere la fedina penale pulita, questo è il patto. Il neurobiologo, il chimico (Fresi), l’economista (De Rienzo), l’archeologo (Calabresi), l’antropologo (Sermonti) e i latinisti (Aprea e Lavia) si ritroveranno, loro malgrado, dall’altra parte della barricata, ma per portare a termine questa nuova missione dovranno rinforzarsi, reclutando nuovi membri.

È così che conosciamo Vittorio (Lisma), avvocato esperto in diritto canonico, Giulio Bolle (Bonini), dottore in anatomia umana e Lucio Napoli (Morelli), ingegnere meccatronico, tutti cervelli in fuga dall’Italia.

La banda criminale più colta di sempre si troverà ad affrontare molteplici imprevisti e nemici sempre più cattivi tra incidenti, inseguimenti, esplosioni, assalti e situazioni come al solito stupefacenti.

Gli sceneggiatori confermano il vincente e collaudato impianto narrativo e strutturale del primo film, coniugando con buona efficacia il genere commedia all’action, gettando le basi per un prodotto capace di conquistare l’attenzione del pubblico.

Divertenti e ironici dialoghi tra i dotti criminali si alternano a scene d’azione che rendono omaggio ai film degli anni ‘70 e alla saga di Indiana Jones.

Edoardo Leo è il neurobiologo Pietro Zinni.

Il film, a nostro modesto parere, è forse eccessivamente lungo e con un ritmo non sempre costante e brioso. Sarebbe stato opportuno ridurre il minutaggio o tagliare qualche scena, per rendere la visione snella e più incisiva.

Sydney Sibilia si conferma un regista di talento, creativo, capace di superare gli steccati rigidi del cinema italiano attuale e creare un ibrido di qualità e d’ampio respiro. Il suo stile è pulito, lineare e attento nel costruire un prodotto gustoso e frizzante.

Il “vecchio” cast è solido, esperto e carismatico, fornisce un ottimo esempio di recitazione corale. Per personalità scenica e vis comica spiccano Stefano Fresi e Paolo Calabresi.

Le new entry si mostrano capaci di adattarsi, allo spirito del film e della banda. Marco Bonini e Giampaolo Morelli aggiungono, con le loro riuscite interpretazioni, ironia e freschezza al film.

Il finale, cupo e ovviamente aperto, conferma allo spettatore come anche ai tutori dell’ordine capiti di tradire i cittadini, in nome di discutibili ragioni di Stato.

Il terzo film si intitolerà “Smetto quando voglio – Ad honorem” e come hanno anticipato attori e registi possiamo aspettarci un finale quanto meno positivo per la saga.

 

Il biglietto da acquistare per “Smetto quando voglio – Masterclass” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre (con riserva)





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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