Al cinema: Unbroken

Un film di Angelina Jolie. Con Domhnall Gleeson, Garrett Hedlund, Alex Russell, Jai Courtney, Jack O’Connell, John Magaro,Finn Wittrock, Takamasa Ishihara. Drammatico, 130′. 2014

Tratto dal romanzo “Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio” di Laura Hillenbrand.

 

La guerra è orrenda, devastante. È l’antitesi stessa della ragione e scatenando nell’uomo i peggiori istinti lo trasforma in una sorta di demonio. La guerra significa morte, prigionieri rinchiusi nei campi di lavoro e di sterminio dove criminali travestisti da militari compiono ogni tipo di atroce nefandezza. Il trattato di Ginevra sui prigionieri di guerra il più delle volte non è altro che carta straccia.

“Unbroken” è la storia vera di Louis Zamperini (O’Connell), giovane e umile italo-americano, campione olimpico d’atletica a Berlino 1938. Sono le sue doti ma anche il sostegno del fratello, suo primo allenatore, a farlo arrivare così lontano.

Lou, nonostante il trionfo sportivo, decide di arruolarsi nell’aviazione americana per dare il suo contributo, sul fronte giapponese. Talvolta tendiamo a dimenticare che la seconda guerra mondiale non è stata combattuta soltanto sul suolo europeo. Il conflitto tra statunitensi e giapponesi per il dominio sul Pacifico fu durissimo e senza esclusioni di colpi.

Durante un volo di ricognizione, l’aereo di Louis e dei suoi compagni subisce un’avaria che li costringe a un drammatico atterraggio in mare. All’impatto sopravvivono solo in tre. Per Louis e i suoi commilitoni inizia una vera sfida di sopravvivenza, una lotta contro la fame, la sete, il clima. Per quarantasette giorni restano in balia degli elementi, poi, stremati, i due sopravvissuti vengono trovati e fatti prigionieri dai giapponesi.

Lou Zamperini viene rinchiuso in diversi campi di lavoro in Giappone, e in uno di questi subisce soprusi, violenze fisiche e psicologiche durissime da parte del comandante, definito dai prigionieri “l’Uccello”. Il militare si vanta di poter piegare qualsiasi prigioniero, ma non può niente contro la straordinaria forza interiore del protagonista. La prigionia di Lou durerà due anni. Nonostante le lusinghe dei carcerieri che cercano di spingerlo a tradire i connazionali in cambio di una vita migliore all’interno del campo, Zamperini rifiuterà sempre, vivendo in condizioni drammatiche ma mantenendo intatto l’onore.

La sceneggiatura è asciutta, diretta, ben scritta, piuttosto scorrevole. Il testo racconta e soprattutto a descrive complessivamente in maniera efficace le sofferenze e il coraggio del protagonista. Lo spettatore riesce a immedesimarsi e quindi a soffrire insieme a Lou, vorrebbe incoraggiarlo a non mollare, dirgli che alla fine del tunnel c’è la luce. Forse il limite della pellicola sta nella divisione troppo manichea tra buoni e cattivi – così gli americani sono tutti belli, coraggiosi, eticamente impeccabili, i giapponesi dei mostri. La figura dell’antagonista giapponese finisce per diventare un po’ caricaturale. Si poteva definirlo meglio, renderlo più sfaccettato.

I dialoghi sono scarni e forse poco retorici, ma comunque capaci di suscitare una qualche emozione.

La regia di Angelina Jolie è pulita, semplice, riesce a raccontare con forza ed empatia questa storia di eroismo e coraggio creando un’empatia tra protagonista e pubblico. Il ritmo non sempre è costante, nella seconda parte soprattutto è più lento e compassato, ma resta comunque godibile.

Non conoscevo Jack O’Connell e devo dire che nel complesso mi ha convinto, risultando credibile in un ruolo non facile da portare in scena, soprattutto dal punto di vista psicologico. Faccia pulita, sguardo forte e intenso, l’attore dimostra di avere un certo quid. La sua è stata una prova di talento e di presenza scenica di livello. Il resto del cast, pur senza particolari guizzi, si dimostra solido e adeguato allo spirito del film.

La storia di Lou Zamperini, morto poche settimane prima della proiezione del film (2 luglio 2014), lascia nello spettatore la certezza che la guerra, sotto qualsiasi aspetto la si guardi, è qualcosa da condannare, da evitare con ogni mezzo. Non si può non ammirare lo spirito del protagonista, un vero campione di costanza, non solo nello sport ma nella realtà.

 

Il biglietto d’acquistare per “Unbroken” è :1)Neanche regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4)Ridotto 5)Sempre


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