Al cinema: Wilde Salomé

Un film di Al Pacino. Con Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson, Estelle Parsons, Roxanne Hart. Drammatico, 95′. 2010

Chi è davvero Oscar Wilde – un poeta, un drammaturgo, un’icona gay ante litteram? In teoria tutte queste definizioni potrebbero andare bene per lui, così come nessuna. Perché un vero artista non è possibile ingabbiarlo all’interno di una sola categoria.

Chi, come il sottoscritto, è stato costretto ai tempi della scuola a leggere e tradurre Wilde, e per questo lo ha un po’ odiato, potrebbe non aver colto fino in fondo l’essenza e soprattutto la forza del suo spirito libero.

Al Pacino, da artista e mattatore qual è, è rimasto affascinato da questa figura del passato al punto da costruirci sopra un progetto che racchiude in sé tre diverse forme di comunicazione artistica: teatro, cinema e documentario.

Wilde Salomé” è stato presentato quattro anni fa al Festival di Venezia, vincendo il Queer lion 2011, ma per problemi legati alla distribuzione arriva solo adesso nelle nostre sale.

Lo spettatore si prepari, anima e corpo, ad affrontare un viaggio intenso e ricco all’interno dell’opera più controversa di Wilde, Salomè; un viaggio complesso dal punto di vista narrativo, scenico e registico.

Salomè (Chastain) è una giovane vergine concupita dal morboso patrigno, il re Erode (Al Pacino), che però lei rifiuta sdegnosamente. La ragazza, invece, solo ascoltando la voce di Giovanni Battista, prigioniero a palazzo, se ne innamora follemente.

Giovanni, fedele solo a Dio, rifiuta le avance di Salomè, che medita allora una terribile vendetta. Furiosa per il comportamento dell’uomo, la giovane accetta di ballare per Erode a patto di avere in cambio qualunque cosa ella desideri. Erode accetta il patto: il desiderio della figliastra è quello di vedersi servire la testa del Battista su un piatto d’argento.

“Salomè” è una storia di follia, sesso e potere, forte tanto dal punto di vista visivo che da quello simbolico.

Jessica Chastain, in una scena del film “Wilde Salomé” (2010).

Erode e la figliastra, anche se in apparenza sembrano diversi, sono in realtà le due facce della stessa medaglia: entrambi sono pronti a stringere qualsiasi accordo, a scendere a qualunque compromesso, pur di soddisfare i propri intimi e gretti desideri.

Oscar Wilde scrisse volutamente in francese “Salomè”, per evocare anche attraverso la lingua l’essenza passionale e carnale dell’uomo.

Al Pacino diventa a sua volta investigatore dell’anima di Wilde, provando a mettere a fuoco i passaggi cruciali della vita dell’autore, che osò sfidare il puritanesimo inglese dell’epoca andando per questo in contro al carcere e alla rovina sia economica che fisica.

Il film è costruito su un impianto teatrale, scelta che genera pregi e difetti. I pregi sono nella capacità di coinvolgere il pubblico, trasmettendo un efficace pathos narrativo ed emozionale; i difetti nel fatto che chi guarda finisce per essere prigioniero di un ritmo e di una messa in scena non sempre brillante, sciolta e lineare.

Al Pacino si conferma artista a tutto tondo, dotato di creativa istrionica e capace di dominare la scena con carisma e personalità, anche se forse con qualche eccesso interpretativo che nel complesso è comunque accettabile.

L’esordiente – all’epoca – Jessica Chastain mostra notevoli potenzialità artistiche, fisiche e interpretative, dando vita a una Salomè intensa, forte e credibile.
“Wilde Salome” è l’opportunità giusta per conoscere e comprendere l’uomo Oscar Wilde e non solo l’artista, artista che, riprendendo le parole di una delle guest star del film, il cantante Bono, avrebbe potuto rivaleggiare per genio con i grandi letterati inglesi del passato, se solo fosse vissuto più a lungo.

 

Il biglietto da acquistare per “Wilde Salomé” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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