“All these small moments”: un film intergenerazionale acuto e profondo

L'opera prima di Melissa Miller Costanzo racconta una storia moderna ma universale, senza cliché

Un film di Melissa Miller Costanzo. Con Molly Ringwald, Jemima Kirke, Harley Quinn Smith, Brian d’Arcy, Brendan Meyer. Drammatico, 84′. USA 2018

Howie Sheffield è un liceale con un braccio rotto, un fratello minore al quale è meglio che butti un occhio, e una coppia di genitori che deve decidere se lasciarsi definitivamente o darsi un’altra possibilità. Il suo faro nella notte, in quest’anno turbolento, è una giovane donna molto più grande di lui, che incontra ogni mattina sull’autobus. Mentre cerca l’occasione di trovarsi da solo con lei, si ritrova a passare le ore di educazione fisica in biblioteca in compagnia di Lindsay, una coetanea della quale non aveva mai approfondito la conoscenza al di là delle dicerie e del pregiudizio.

 

C‘è un momento preciso che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta? In questa fase così delicata della vita assistere alla crisi coniugale dei propri genitori quanto può essere nocivo? E prendersi una cotta per una donna più grande è solo un cliché oppure può portare emozioni vere?

“All these small moments” dell’esordiente Melissa Miller Costanzo, presentato in concorso al TFF 2018, affronta queste e altre tematiche utilizzando come caleidoscopio la vita di Howie, un normale adolescente neyworkese che si ritrova ad affrontare una serie di snodi sentimentali, familiari ed esistenziali che lo porteranno a maturare.

Il film è una commedia intragenerazionale, in cui potranno rivedersi sia genitori che figli, al di là del plot narrativo del coming age.

È facile entrare in sintonia con Howie – un convincente Brendan Meyer -, e seguirlo nelle sue (dis)avventure. Sorridiamo vedendolo impacciato nell’approcciarsi alla trentenne Odessa (Kirke), riscontrando una tenera similitudine con il personaggio di Dustin Hoffman nel “Laureato”.

Ricordiamo i nostri pomeriggi con gli amici davanti alla tv, quando vediamo i suoi. Ci immedesimiamo nel rapporto di amore/odio col fratellino Simon. Proviamo il turbamento dei due davanti alla crisi matrimoniale dei genitori.

“All these small moments” è un alternarsi armonioso di momenti leggeri e romantici e altri più intimi e delicati senza che questo influisca mai sullo stile registico e i toni di una storia moderna quanto universale, sempre ricca di pathos.

Tutto il cast è meritevole di un convinto applauso per come ha saputo contribuire, sia singolarmente che insieme agli altri, alla riuscita del film, un prezioso gioiellino cinematografico.

Il finale, sebbene sia probabilmente la parte meno riuscita e più scontata della pellicola, regala comunque un risposta intelligente e esaustiva alla domanda delle domande: c’è qualcuno o qualcosa che fa diventare grandi?

Ebbene, non esiste un manuale o delle regole precise. Ognuno vive questo momento di passaggio, questa stagione difficilissima ma anche magica della vita, a modo suo. E va bene così.

 

Il biglietto da acquistare per “All these small moments”:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).

 

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