“Angry birds 2”: un sequel divertente e scanzonato, adatto a grandi e piccini

Tornano i pennuti e i maialini verdi nel secondo capitolo animato della serie ispirata al videogioco

Un film di Thurop Van Orman, John Rice. Con Francesco Pannofino, Marcello Macchia, Alessandro Cattelan, Danny McBride, Jason Sudeikis. Animazione, 97′. USA 2019

Red, il pennuto rosso di rabbia, si sta godendo la fama di eroe della comunità, quando un fiume di palloncini annuncia la richiesta di una tregua da parte degli abitanti dell’Isola dei maialini. Red non si fida ma Leonard, il capo dei maialini, lo informa che entrambe le loro isole sono minacciate da un pericolo: Zeta, capo dell’Isola delle aquile, ha dichiarato loro guerra e ha approntato una super-arma letale: un vulcano che lancia gigantesche palle di ghiaccio. Red e Leonard sono costretti a mettere la parte le loro divergenze e allearsi contro il nemico comune…

 

Torna al cinema Red, il pennuto rosso di rabbia detto il “Sopracciglione”, insieme alla sua buffa gang di amici e nemici in “Angry birds 2”, secondo capitolo della serie ispirata al celebre videogioco.

Esilarante, adatto a un pubblico di tutte le età e molto ben realizzato, il film è stato una piacevole sorpresa. Mi aspettavo una visione tranquilla, con cui riprendermi dopo gli stravizi cinematografici di Venezia, e invece… sono stata piegata in due dalle risate dall’inizio alla fine!

“Angry birds 2” convince grazie ai riferimenti che faranno la gioia di grandi e piccini, a una colonna sonora azzeccatissima che attinge a piene mani alla storia della musica e a una sceneggiatura con dialoghi perfetti.

I nemici-amici, maialini verdi e pennuti, sono un po’ come Shaw & Hobbes di “Fast & Furious”: frenemies. Costretti a fare fronte comune per ragioni di forza maggiore, mettono su una banda, presentata in stile Ocean’s eleven, escogitano un sensazionale piano e gareggiano per chi debba essere il capo finché – ovviamente – il lavoro di squadra non prevale.

Un ottimo film d’animazione firmato Sony, apprezzabile anche senza aver visto il primo “Angry birds”, che fa lasciare la sala con una risata ancora fresca sulle labbra. Ha spinto il pubblico in sala a sciogliersi in un caloroso applauso finale… anche se non era necessario, visto che non siamo più a Venezia.

 

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