“Anna”: il racconto devastante di una società destinata all’estinzione

La miniserie Sky in sei episodi riprende e ampia il romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti

Una serie ideata da Niccolò Ammaniti. Con Giulia Dragotto, Alessandro Pecorella, Elena Lietti, Roberta Mattei, Giovanni Mavilla. Drammatico, distopico. Italia, Francia. 2021

 

Tratta dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 2015, la miniserie Sky “Anna” porta avanti il racconto di un mondo popolato solo da bambini destinati a non diventare mai grandi – gli adulti sono stati sterminati tutti da una pandemia, e i bambini sono al sicuro solo fino alla pubertà.

Senza alterarne lo spirito e la struttura narrativa, Ammaniti, qui nelle vesti di ideatore, sceneggiatore e regista, approfondisce la sua opera letteraria e così facendo realizza un prodotto che va oltre il mero adattamento.

I sei episodi alternano in modo armonico il presente distopico, dove bambini allo sbando fanno di tutto per sopravvivere, e i ricordi di un passato “normale”, in cui gli adulti si iniziano ad ammalare e, lentamente, a morire.

Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, una Sicilia selvaggia e desolata, di cui la videocamera esalta la naturale bellezza, nonostante l’immondizia e il sangue che la ricoprono.

È in questa terra dimenticata da Dio che Ammaniti fa muovere i suoi personaggi, che come Peter Pan sono destinati a non crescere mai. I bambini di “Anna” non sanno più sognare, non sanno giocare; sono cattivi, egoisti, violenti, terribili.

In un mondo che ha perso completamente la bussola, si staglia la protagonista Anna (Dragotto), diversa perché unica ad essere guidata da una sorta di manuale di sopravvivenza che la madre ha scritto per lei e per il fratellino Astor (Pecorella) prima di morire. Un manuale che è anche memoria e ricordo di un passato ormai scomparso.

La miniserie Sky, un po’ come il romanzo, è il racconto devastante di una società destinata a morire – perché anche i bambini di oggi, crescendo, si ammaleranno e moriranno, portando alla scomparsa finale del genere umano. E non sorprende, quindi, che al centro del racconto ci sia il tema della morte, la paura della propria, il contatto con quella degli altri.

“Anna” è un prodotto davvero ben realizzato, superiore alla media delle produzioni italiane. La scrittura e una regia ricercata, ricca di simbolismi, sono solo la ciliegina sulla torta di una narrazione che riesce ad essere popolare e autoriale allo stesso tempo.

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