“Appena un minuto”: gag a volontà per una storia che però non decolla

Il secondo film diretto da Francesco Mandelli è una commedia come tante altre, poco incisiva

Un film di Francesco Mandelli. Con Max Giusti, Paolo Calabresi, Dino Abbrescia, Susy Laude, Luigi Luciano, Loretta Goggi. Commedia, 93′. Italia 2019

Claudio è un cinquantenne che vive ancora a casa della mamma, dopo essere stato lasciato dalla moglie per il proprietario di una palestra. L’ex moglie ha portato con sé i figli e Claudio, che ha assistito anche al fallimento del negozio di famiglia ereditato (controvoglia) dal padre, passa le giornate con due amici sfigati come lui: il barista Simone e il faccendiere Ascanio. È proprio Ascanio a convincere Claudio a prendere la decisione che gli cambierà la vita: sostituire al suo vecchio cellulare uno smartphone acquistato a poco prezzo presso un negozio cinese. Quello smartphone infatti ha lo straordinario potere di far tornare indietro il suo proprietario nel tempo per un minuto esatto, cioè abbastanza a lungo da modificare il corso degli avvenimenti appena accaduti.

 

Commedia scritta e interpretata da Max Giusti e diretta da Francesco Mandelli, alla sua seconda regia, “Appena un minuto” ruota intorno all’idea di poter tornare indietro nel tempo, fosse solo di sessanta secondi, per sistemare gli errori commessi e le scelte sbagliate.

Un’idea, insomma, molto semplice – e abbastanza vista al cinema e in tv – per una sceneggiatura altrettanto semplice e che molto spesso dà l’impressione di non sapere bene in che direzione andare, soprattutto nella seconda metà.

La regia di Mandelli risulta acerba, il montaggio nemmeno tanto riuscito, con un’accozzaglia di gag e sketch che sembrano girati quasi in modo amatoriale. La recitazione è da dimenticare, soprattutto quando agli attori viene chiesto di passare dal registro comico, probabilmente più nelle loro corde, a quello serio.

Infarcito di stereotipi e battute tipiche di una comicità ormai antiquata, “Appena un minuto” si salva solo quando parla della società moderna, tanto tecnologica quanto frammentata e dispersiva, e porta avanti una critica nemmeno tanto velata ad alcuni fenomeni musicali del momento.

Nonostante questo, il film, disponibile da inizio aprile su Netflix dopo essere uscito al cinema a ottobre 2019, in quella che sembra una vita fa, non riesce a mantenere il focus della narrazione, arrivando perfino a dimenticarsi dell’espediente del salto temporale che avrebbe dovuto essere il motore dell’intera vicenda. E alla fine resta solo la sensazione di un’occasione persa.

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