“Appunti di un venditore di donne”: un poliziesco complesso e sfaccettato

Il film di Fabio Resinaro fa rivivere la Milano da bere, il mondo della mala e gli anni '70

Un film di Fabio Resinaro. Con Mario Sgueglia, Miriam Dalmazio, Libero de Rienzo, Paolo Rossi, Francesco Montanari. Drammatico. Italia 2021

È il 1978. Nella Milano da bere dove Vallanzasca comanda la mala, Bravo vive la sua vita tra locali di lusso, discoteche e bische in compagnia dell’amico Daytona. Bravo si definisce un imprenditore. Il suo settore sono le donne. Sì, perché lui le vende. Ma la vita di un venditore di donne non è facile. Sarà sconvolta dall’arrivo di Carla, che risveglierà in lui sensazioni sopite da tempo. Una sola notte fuori da una bisca cambierà tutto. Non si tratterà però dell’inizio di una nuova vita. Sarà l’inizio della fine.

 

Tratto dall’omonimo bestseller di Giorgio Faletti, uscito in Italia nel 2010, “Appunti di un venditore di donne” di Fabio Resinaro, disponibile su Sky Cinema e NOW, è un tuffo nella Milano da bere degli anni Settanta, con i suoi club, le luci e i personaggi.

Il film, dalla trama molto intricata, spazia dal thriller al noir passando per il poliziesco anni ‘70. Il bello è che qui sembra davvero di trovarsi davanti una pellicola di genere del passato, non una sua caricatura contemporanea.

L’atmosfera del periodo – siamo negli anni del sequestro Moro e di Vallanzasca – è ricostruita alla perfezione. Il mondo della malavita, un mondo dove ognuno sembra fare ben più di un doppio gioco e dove fidarsi è impossibile, è reso in tutte le sue sfaccettature.

In questo congegno narrativo sofisticato, in cui i pezzi si incastrano poco a poco rivelando il quadro completo, si muovono i personaggi e un protagonista, enigmatico e complicato, che ci porta letteralmente dentro il racconto.

Mario Sgueglia (Bravo), Miriam Dalmazio (Carla) e Paolo Rossi (Dayton) sono perfetti per i ruoli che interpretano, e dopo poche scene ci è impossibile immaginare qualcun altro al loro posto.

“Appunti di un venditore di donne” è un’opera complessa, sfaccettata, come in Italia se ne vedono poche. Un puzzle di momenti che lo spettatore si divertirà, in un certo senso, a rimettere insieme. Un film che unisce alla tecnica meticolosa e al gusto visivo una riflessione molto interessante sul confine tra legalità e illegalità, tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

Previous article“L’inverno dei Leoni”: recensione del romanzo di Stefania Auci
Next articleWEEKEND AL CINEMA | 13 nuove uscite dal 1 luglio 2021
Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here