Arte contemporanea e design: 10 libri per capirli meglio e riderci su

Prende il via oggi e andrà avanti per sei giorni – con oltre 1000 eventi e 10 percorsi dislocati per tutta la città – Fuori Salone, la Milano Design Week.

Quello dell’arte contemporanea e del design è un modo, se possibile, ancora più difficile da capire per non i addetti ai lavori rispetto a quello dell’arte in generale. Opere concettuali oppure volutamente spinte, opere che sconcertano, lasciano interdetti, oppure ci fanno pensare: “Ma questo potevo farlo anche io”.

Per provare a capire un po’ meglio questo universo poliedrico e intricatissimo, nel nostro approfondimento di oggi vi consigliamo 10 libri a tema, serie oppure ironici.

Perché Joseph Beuys si è rinchiuso per tre giorni in una galleria in compagnia di un coyote? Perché Chris Burden si è fatto sparare a un braccio? Perché Alberto Burri dipingeva con la fiamma ossidrica? Perché Mona Hatoum ha proiettato la sua gastroscopia? Perché Marina Abramovic ha trascorso un’intera Biennale di Venezia a scalcare ossi di manzo? Tuo marito sta indugiando perplesso, non capisce per quale ragione dovrebbe seguirti a un temibile vernissage, lui che non distingue un acquerello da un olio. Eppure un modo per fargli cambiare idea c’è. Basta sfogliare queste pagine e lasciare che Mauro Covacich, con allegra semplicità, venga a darti una mano e vi conduca insieme nel mondo dell’arte contemporanea.

Il libro che più di tutti svela i meccanismi che muovono il mercato dell’arte e che fanno sì che le opere di alcuni artisti raggiungano cifre di vendita tanto esorbitanti. Si parla di marketing, di brand, di psicologia, di economia e in mezzo a tutto questo rimane anche lo spazio per discutere di arte e per raccontare curiosi aneddoti su artisti, galleristi e collezionisti.

Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un’opera di arte contemporanea abbiamo pensato: «Ma come! Questa non è arte! Lo potevo fare anch’io!». Eppure i critici ci assicurano che si tratta davvero di capolavori, e celebri collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano tele imbrattate. Che siano tutti impazziti? Francesco Bonami, uno dei più autorevoli critici e curatori di arte contemporanea, ci sfida ad «assaggiare» le opere senza pregiudizi. Con uno stile divertito e irriverente, ci aiuta a capire cosa distingue un grande artista da uno pessimo, cosa ha fatto sì che Marcel Duchamp o Andy Warhol abbiano superato la prova del tempo. E se è senz’altro vero che nell’ultimo secolo l’arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile, il prezioso e spesso esilarante lavoro di Bonami ci fa capire una volta per tutte perché non è vero che potevamo farlo anche noi.

Tutto ciò che non ci hanno mai voluto raccontare sui più grandi artisti. Storie vere di omicidi, falsi, imbrogli e grande arte. Con aneddoti scandalosi su tutti, da Leonardo (presunto sodomita) a Caravaggio (assassino) a Edward Hopper (violento con la moglie), “Le vite segrete dei grandi artisti” racconta la storia a volte squallida, caotica e intrigante che si cela dietro i grandi maestri dell’arte internazionale. Si scoprirà che l’odore del corpo di Michelangelo era così cattivo che i suoi assistenti non sopportavano di lavorare per lui, che Vincent Van Gogh a volte mangiava la vernice direttamente dal tubetto, e che Georgia O’Keeffe amava dipingere nuda. Sono circa quaranta gli artisti di cui parla il libro a cominciare da Jan Van Eyck per finire con Andy Warhol. Ogni capitolo si concentra su un solo artista e per ciascuno si ottiene una panoramica completa della sua vita e un commento sull’opera più famosa. Questa è una lezione di storia dell’arte che non si dimenticherà mai!

Difficile, incomunicabile, incomprensibile, vagamente offensivo. Questi sono soltanto alcuni dei giudizi che spesso vengono sussurrati, se l’ambiente museale non consente commenti più coloriti, davanti a un’opera d’arte contemporanea. Francesco Poli ci spiega invece che dietro a ogni opera d’arte, se tale l’opera è, si nascondono numerosi e illuminanti significati. Ogni opera deve essere letta con attenzione, senza pregiudizi, nella consapevolezza che non sempre i curatori che allestiscono mostre e i galleristi che vendono opere d’arte contemporanea durante aste affollate e milionarie si prendono gioco di noi.

Un libricino di neanche cento pagine che si può facilmente leggere tutto d’un fiato, ma che è stato pensato per essere assaporato a piccoli pezzi. Dieci micro-capitoli su cui riflettere: si parte dalla Gioconda di Leonardo e si arriva alle opere d’arte dei giorni nostri. Carlo Vanoni e Luca Berta riescono a far appassionare il lettore a questo viaggio, raccontando la storia dell’arte in maniera chiara e aggiungendo qua e là qualche tocco di ironia.

Dürer era un visual designer come Steve Jobs? Perché Eva Longoria, di Desperate Housewives, apprezza Photoshop come regalo di Natale? Scopo del catalogo Ikea è informare o incantare? Walter Benjamin ha sbagliato previsioni? E il visual designer è un pericoloso rivoluzionario, un puro esperto di grafica o un progettista di futuro? Mentre scrive la nuova guida a un mestiere che ha cinquecento anni alle spalle, e tutto il futuro davanti, Falcinelli mette ogni lettore di fronte ai due nodi fondamentali di oggi: la consapevolezza e la responsabilità. Un manuale per chi non vuole limitarsi a riconoscere e usare le forme, ma capire chi davvero sta parlando. Quasi cinquant’anni dopo “Il medium è il massaggio” di McLuhan e Fiore, un racconto che aggiorna la mappa di un mondo sempre più governato dalle immagini.

Un sedile da trattore che si trasforma in sgabello, una sella da bicicletta che diventa un punto d’appoggio oscillante ma praticabile, un sacco pieno di pallini di polistirolo che non ha forma ma che proprio per questo asseconda qualunque movimento, un fascio di bastoni che si aprono per accogliere vestiti… Sono centinaia gli esempi dirompenti che si possono citare, per raccontare di cosa sia stata capace Zanotta, un’azienda nata nel 1954 per desiderio, volontà ed energia del suo fondatore, Aurelio. Un imprenditore di rara sensibilità, capace di costruire una realtà che rappresenta una storia “collettiva” tra le più belle dell’industria italiana, con 550 progetti realizzati da 120 progettisti diversi – ovvero tutti i grandi maestri del design, da Enzo Mari ad Alessandro Mendini, da Bruno Munari ad Achille e Pier Giacomo Castiglioni, da Gio Ponti a Marco Zanuso, da Gae Aulenti a Ettore Sottsass, solo per citarne alcuni – e quasi 100 oggetti premiati e finiti nei musei di design in tutto il mondo. Il volume, organizzato come un dizionario, raccoglie 101 pensieri, anedotti e interpretazioni critiche su altrettanti e più progetti entrati in produzione nel corso di sessant’anni di attività, attraverso i quali l’autore tratteggia caratteristiche, specificità e orizzonti di un’azienda da sempre curiosa e interessata al nuovo, all’avanguardia in fatto di competenze tecnologiche, e che con curiosità, ironia e passione ha scritto un capitolo fondamentale nella storia del design.

Cosa si intende quando si parla di arte moderna? Perché la si ama o la si detesta? Will Gompertz accompagna il lettore in un affascinante tour che cambierà per sempre il modo di concepire l’arte moderna. Dalle ninfee di Monet ai girasoli di Van Gogh, dal barattolo di zuppa Campbell di Warhol al pescecane di Damien Hirst l’autore racconta le storie nascoste dietro ogni capolavoro, rivela la vita e perfino aspetti sconosciuti di artisti famosissimi anche attraverso dialoghi immaginati. Così Manet incontra Cezanne, Monet parla con Degas, Matisse ha un litigio con Picasso… Scopriremo come l’Arte concettuale non è spazzatura, Picasso è un genio (ma Cezanne ancora meglio), Pollock non è solo pittura a goccia, il cubismo non ha cubi, il Pisciatoio di Duchamp ha cambiato il corso dell’arte, e un bambino di 5 anni non potrebbe veramente realizzarlo. Fresco, irriverente e sempre schietto, supera il linguaggio pretenzioso dell’arte e risponde a tutte le domande che il lettore sarebbe troppo imbarazzato per fare. Dopo avere letto questo volume la visita ai musei o gallerie non sarà più vissuta con soggezione. Will Gompertz, curatore della trasmissione d’arte della BBC, sintetizza la sua storia dell’arte attraverso una mappa della metropolitana di Londra dove al posto delle fermate ci sono le correnti artistiche e gli artisti che ne fanno parte. Inserita nel volume come apertura si può ritagliare e portare sempre con sé, così che ciò che bisogna assolutamente sapere dell’arte sia sempre a portata di mano. Un testo fondamentale non solo per chi è appassionato d’arte, ma anche per chi non l’apprezza e non la conosce ma che vuole imparare a capirla.

Collezionista d’arte contemporanea sin dalla fine degli anni Quaranta, Giuseppe Panza ha giocato un ruolo fondamentale nella cultura artistica del suo tempo, introducendo in Europa, fra i primi, fenomeni come la Pop Art, il Minimalismo, l’arte ambientale e l’arte concettuale. La sua attività collezionistica è poi proseguita, con raro rigore, nel corso degli anni Ottanta e Novanta, ma è stata anche affiancata da una costante ricerca dei contesti più appropriati in cui esibire le opere d’arte: parti coerenti della sua collezione sono così state esposte ed acquisite nelle raccolte di grandi musei d’arte contemporanea, come il MOCA di Los Angeles e il Guggenheim di Bilbao, ma hanno anche trovato collocazione in architetture storiche come palazzi barocchi e dimore settecentesche, creando un felice e innovativo dialogo fra contesto ambientale e opera d’arte. L’autobiografia attraversa decenni densi di avvenimenti storici e profonde trasformazioni nella cultura artistica su entrambe le sponde dell’oceano. Dagli anni della formazione umana ed intellettuale prima della seconda guerra mondiale ai primi incontri con la cultura americana e con i nuovi protagonisti dell’Action Painting e della Pop Art, dal coinvolgimento con i movimenti d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta alle più recenti frequentazioni di nuovi protagonisti della scena contemporanea…





NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version