“Ava”: Jessica Chastain in un thriller prevedibile e monocorde su Netflix

Il film di Tate Taylor brucia il cast di primo livello, con una storia poco coinvolgente e fredda

Un film di Tate Taylor. Con Jessica Chastain, John Malkovich, Colin Farrell, Geena Davis, Jess Weixler, Diana Silvers. Thriller, 96′. USA 2020

Ava è una pericolosa assassina che lavora per un’organizzazione segreta, viaggiando in giro per il mondo a uccidere i suoi bersagli. Quando un lavoro va male, però, diventa lei l’oggetto della caccia.

 

Forse l’attrice sudafricana, avvertendo una crisi di mezza età, ha voluto dimostrare a se stessa e al mondo di poter interpretare qualunque ruolo, accettando anche di produrre questo film oltre che interpretarlo». Questo è uno stralcio della mia recensione del film “Atomica bionda”, uscita su Parole a Colori nel 2017

Non me ne voglia la bella quanto tosta Jessica Chastain, ma mi sento di sottoscrivere le stesse identiche parole per quanto riguarda la sua performance in “Ava”, disponibile su Netflix. Il desiderio di dimostrarsi ancora all’altezza di ruoli molto “fisici” è sacrosanto, però il rischio di impelagarsi in progetti sfortunati è alto. 

Il film di Tate Taylor, drammaturgicamente, è un pronipote di “Nikita” di Luc Besson (1990), ma riprendendo gli elementi portanti di quella pellicola risulta prevedibile, piatto e soprattutto piuttosto freddo e monocorde a livello recitativo, nonostante la presenza di un cast di primo livello.

La Chastain si sforza di risultare credibile nel ruolo della killer dal passato familiare burrascoso e irrisolto, ma fin dalle prime scene lo spettatore avverte come questo sia inadatto per le sue doti umane, artistiche e, sfortunatamente, anche anagrafiche. Un passo falso o un’occasione mancata, nella sua brillante carriera. 

La struttura narrativa del film risulta fragile, dispersiva e persino lacunosa nella presentazione dei personaggi, privi di un qualsiasi sviluppo psicologico e caratteriale, necessario anche in una storia tutta azione come questa.

Gli sceneggiatori hanno cercato di mescolare la spy story con il dramma familiare, pensando così di conquistare una fetta maggiore di pubblico. Purtroppo il progetto è naufragato miseramente. 

Se ho resistito alla tentazione di interrompere anticipatamente la visione di “Ava” è per due motivi. Il primo è che Jessica Chastain, per quanto deludente, rimane sempre una piacevole visione. Il secondo sono John Malkovich e Geena Davis nei ruoli rispettivamente del mentore e della madre di Ava, che rivitalizzano la situazione ogni volta che compaiono in scena.

La logica e il buon senso avrebbero suggerito di chiudere il progetto con questo film. Invece il finale aperto lascia presagire che potrebbe esserci un sequel. Da convinto fan della Chastain mi auguro che abbia superato la sua – momentanea – crisi e che decida di mettere da parte Rambo e riprenda il suo percorso classico.

 

Il biglietto da acquistare per “Ava” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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