“Baby”: nella 3° stagione si chiude il cerchio per Chiara e Ludovica

Gli ultimi sei episodi della produzione italiana distribuita da Netflix non risollevano le sorti della serie

Una serie diretta da Andrea De Sica, Anna Negri e Letizia Lamartire. Con Benedetta Porcaroli,
Alice Pagani, Riccardo Mandolini, Giuseppe Maggio, Claudia Pandolfi, Isabella Ferrari.
Drammatico. Italia, 2018-2020

 

La fretta è una cattiva consigliera: un proverbio che si dovrebbe applicare in ogni ambito della nostra vita, in particolar modo se si svolge il delicato ruolo di critico.

Sovente le parole feriscono più della spada, ma citando il filosofo Socrate: “C’è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere una virtù”. Ecco, la sopportazione del qui presente nei confronti della serie Netflix “Baby” è stata davvero notevole.

In questi anni ho visto stoicamente tutti e 18 gli episodi delle tre stagioni del teen drama “ispirato allo scandalo delle baby squillo dei Parioli”, illudendomi che questa produzione italiana si potesse in qualche modo salvare dal naufragio. Purtroppo non è stato così: “Baby” era partita in modo deludente, ed è finita allo stesso modo.

Netflix ha sbagliato in primo luogo a dare carta bianca all’inesperto quanto presuntuoso collettivo Grams per la scrittura della sceneggiatura. Essere giovani autori non significa avere necessariamente la giusta prospettiva sui mondo dei coetanei – e questa serie ne è la dimostrazione. In “Baby” emerge un ritratto dei giovani della “Roma bene” – i cosiddetti Pariolini – caricaturale, grottesco, a tratti irritante.

I personaggi della storia appaiono tutti inverosimili. L’intreccio si fa sempre più caotico, dispersivo, pasticciato mano a mano che scorrono i minuti; le diverse storyline vengono lasciate in sospeso per poi essere riunite e “concluse”, in modo frettoloso, solo nel finale.

Se la sceneggiatura è deludente, non va meglio alla regia. Dietro la macchina da presa si alternano Andrea De Sica, Anna Negri e Letizia Lamartire ma il risultato è sempre lo stesso: deludente.

Che dire del cast? Benedetta Porcaroli e Alice Pagani provano a reggere il pesante fardello della serie sulle loro spalle, ma il compito è fuori dalla loro portata. Lentamente quanto inesorabilmente le due affondano, non potendo contare su una sceneggiatura all’altezza né su doti recitative particolari.

Sugli altri attori, quelli giovani e quelli più esperti, e sulle rispettive performance preferisco tacere, non volendo mortificare la professionalità di chi ha messo a rischio anni di onorata carriera e di chi potrebbe avere stroncato la sua sul nascere.

Dopo la prima stagione sembrava impossibile fare peggio, e invece, episodio dopo episodio, il livello qualitativo complessivo della serie ha continuato ad abbassarsi. Alla fine non si può non rimpiangere la fiction di un tempo, trash ma sensata. “Baby” decisamente non lo è.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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