“Ballo Ballo”: un musical naïf che spreca la buona intuizione di partenza

I successi di Raffaella Carrà non bastano a salvare il film di Nacho Álvarez dalla deriva

Un film di Nacho Álvarez. Con Ingrid García Jonsson, Verónica Echegui, Natalia Millán, Pedro Casablanc, Fernando Tejero. Musical, 116′. Spagna 2021

Una promessa sposa in fuga dal Bel Paese sbarca nella Spagna franchista degli anni Settanta. Alle spalle un fidanzato italiano, addosso un abito di Valentino, all’orizzonte il sogno della vita: ballare in televisione. Ma le cose non saranno così facili per Maria che dovrà adattarsi alla censura che soffoca libertà e “costumi”, letteralmente. Gli abiti di scena devono infatti rispettare la lunghezza regolamentare, nessuna scollatura, nessuna coreografia oscena che possa offendere il pubblico e il generalissimo. Ma Maria non ci sta e a colpi di “tuca-tuca” abbatterà i retaggi del regime.

 

Commedia musicale spagnola diretta da Nacho Álvarez, con i più grandi successi di Raffaella Carrà come colonna sonora, “Ballo Ballo”, disponibile su Prime Video, racconta la storia María (García Jonsson), una ragazza che dall’Italia si trasferisce in Spagna, inseguendo il sogno di ballare in tv. 

Ambientata nella Spagna franchista degli anni ’70, la pellicola ha una fotografia patinata e si sviluppa in un turbinio di musiche e di coreografie in technicolor. I personaggi, infatti, parlano e si raccontano attraverso la musica e il ballo.

L’idea di fondo – parlare di una ragazza degli anni ’70 che cerca di essere libera nonostante le limitazioni e la censura di regime, e che attraverso la danza opera una rivoluzione dei costumi, come fatto proprio dalla Carrà in Italia a suo tempo – era promettente. 

Peccato che il risultato sia un film dalla sceneggiatura fragile e dalla regia troppo statica che mal si adatta al progetto iniziale. Le coreografie e la musica sono coinvolgenti (per quanto i doppiatori cantino piuttosto male), ma il risultato complessivo è abbastanza deludente.

I personaggi, volutamente caricati, tanto da risultare quasi irreali, stonano con le tematiche serie che, di fatto, si vorrebbero affrontare. Peccato, perché si sarebbe potuto fare di meglio. Invece “Ballo Ballo” fa passare un paio d’ore di leggerezza, ma si ferma lì. 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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