“Bang Bang Baby”: dentro l’Italia degli anni ’80, sfavillante e corrotta

La prima serie Amazon Original italiana, disponibile dal 28 aprile, è multiforme e immersiva

Una serie di Andrea Di Stefano. Con Arianna Becheroni, Antonio Gerardi, Dora Romano, Giorgia Arena, Lucia Mascino, Adriano Giannini. Crime. Italia. 2022-in produzione

 

Pop, immersiva, multiforme e poliedrica: “Bang Bang Baby”, la prima serie Amazon Original italiana, che arriva oggi, 28 aprile, sulla piattaforma di streaming con cinque episodi (la seconda parte sarà disponibile il 19 maggio), è questo e molto altro.

Creata da Andrea Di Stefano e liberamente ispirata al romanzo “L’intoccabile” di Marisa Merico, “Bang Bang Baby” è un cooming of age ricco di riferimenti agli anni ‘80, che mescola in modo convincente tragedia classica e crime, melodramma e commedia.

1986. Alice (Becheroni) ha 16 anni e vive in una cittadina del nord Italia. La sua vita cambia quando scopre che il padre Santo (Giannini), che credeva morto, in realtà è ancora vivo. Nel tentativo di conquistare l’affetto del genitore ritrovato, infatti, la ragazza entrerà a far parte del mondo della malavita, facendosi sedurre dal fascino del crimine e rischiando di restarvi invischiata per sempre.

“Bang Bang Baby” è una serie multiforme, che mescola generi diversi con una brillantezza rara nel panorama seriale nostrano. Il merito è sicuramente della sceneggiatura, dettagliata e precisa, del linguaggio adoperato e della messa in scena.

Attingendo a piene mani dalla cultura cinematografica crime e della malavita e giocando con gli anni ‘80 (che il pubblico di oggi sembra idolatrare), i registi Michele Alhaique, Margherita Ferri e Giuseppe Bonito ci conducono letteralmente nel mondo della protagonista Alice e nella sua immaginazione. Siamo nella sua mente, siamo nel suo viaggio. Vediamo le cose dal suo punto di vista.

Visivamente accattivante, diretta in modo impeccabile e con un ottimo cast – mi sento di sottolineare la performance di Dora Romano che interpreta nonna Lina, feroce boss del clan affigliato alla ‘ndrangheta, e quella di Antonio Gerardi, ma tutti gli attori sono sul pezzo -, l’unico difetto che mi sento di trovare a “Bang Bang Baby” è nell’eccessiva stereotipizzazione della malavita e del sud Italia.

La colonna sonora vintage – che comprende anche “L’eccezione”, brano scritto da Madame per l’occasione – accompagna per mano il pubblico in questa immersione negli anni ‘80 e nel mondo della giovane Alice, che passa da un’adolescenza normale, fatta di telefilm, cartoni animati e videogiochi, all’esperienza della violenza in prima persona. Riuscirà a uscirne viva? Lo scopriremo su Prime Video. 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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