“Bellissime”: quattro donne ossessionate dal culto della bellezza

Il documentario di Elisa Amoruso alterna, con successo, vita vissuta e immagini di repertorio

Un film Elisa Amoruso. Con Cristina Cattoni, Francesca Goglino, Giovanna Goglino,  Valentina Goglino. Documentario, 90′. Italia 2019

Giovanna è una ventenne attraente, ma nei primi anni Duemila è stata la baby modella più richiesta d’Italia, e forse del mondo. Per cinque anni è stata la testimonial delle pubblicità Mattel dedicate alla Barbie. Francesca ha appena compiuto diciotto anni. È stata tagliata fuori dalle misure minime. Un freno, ma non uno stop. Per questo si è iscritta a Miss Mascotte, l’anticamera di Miss Italia. Nelle aspirazioni di Valentina c’è un reality, Il Collegio, e quell’incredibile possibilità di agguantare la fama con il favore del telecomando.  Mamma Cristina, per tenersi in forma, si allena facendo pole dance: il palo, enorme, l’ha montato proprio al centro del suo salotto. Si è data l’obiettivo di lavorare come ballerina nei locali di Ibiza, e deve essere perfetta. Una famiglia, quattro donne unite dalla stessa passione: la Bellezza. Una riflessione aperta sul culto dell’apparire, su cosa voglia dire essere bambine, adolescenti e madri, in un continuo gioco di rimandi tra passato e presente.

 

Dopo il successo di “Chiara Ferragni – Unposted”, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e uscito al cinema per un evento di tre giorni, Elisa Amoruso torna con un nuovo documentario, “Bellissime”, inserito nella sezione Panorama Italia ad Alice nella città.

Al centro del racconto una mamma, Cristina, e le sue tre figlie, Giovanna, Francesca e Valentina, unite dalla comune passione per la (propria) bellezza. Ieri modelle bambine e oggi influencer e indossatrici, le ragazze si raccontano nella loro quotidianità, all’ombra di una madre affettuosa ma ingombrante, componendo il ritratto di una famiglia archetipica della società dell’apparenza.

La vita di Giovanna, baby modella più richiesta d’Italia nei primi anni Duemila, viene raccontata con un tono malinconico, che enfatizza anche il senso di inadeguatezza che da sempre provano le due sorelle minori, che cercano di imitarla e replicarne il successo ma senza mai riuscirci davvero.

La scelta di alternare immagini di repertorio a scene quotidiane della famiglia, tra ricordi, paure e desideri, è la formula vincente di “Bellissime”. La Amoruso crea un documentario dalla durata contenuta, che racconta e trasmette il suo messaggio senza però annoiare.

Per quanto la storia sia davvero poco nota, l’identificazione con i personaggi è quasi immediata, per la naturalezza con cui si mettono a nudo. Per Elisa Amoruso, insomma, buona anche la seconda.

 

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