“The dinner”: dal best-seller di Herman Koch un dramma “da camera”

Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan e Rebecca Hall in un film che pone molti interrogativi

di Valeria Lotti

 

Un film di Oren Moverman. Con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan, Rebecca Hall, Chloë Sevigny. Drammatico, 130′. USA 2017

 

The Dinner” di Oren Moverman è stato presentato al 67° Festival del cinema di Berlino.

Liberamente tratto dall’omonimo romanzo dell’olandese Herman Koch – che aveva già ispirato due film, di cui uno italiano, “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo – è interpretato da Steve Coogan, Richard Gere, Laura Linney e Rebecca Hall.

Cosa succede quando si mettono insieme una storia familiare interessante, una sceneggiatura impeccabile e un cast eccelso? Alta, altissima qualità, su tutti i piani.

Paul (Coogan) e sua moglie vengono invitati a cena in un ristorante di lusso dal fratello di lui, il politico Stan (Gere), e sua moglie, con lo scopo di parlare di un faccenda delicata che coinvolge i figli delle due coppie.

La storia si svela pian piano con l’aiuto di numerosi flashback e della narrazione di Paul, e quello che viene alla luce sono anche difficili dinamiche familiari e lati nascosti dei personaggi.

In conferenza stampa, Richard Gere ha sottolineato che lo ha intrigato questo aspetto di rivelazione graduale del suo personaggio (Stan, ndr), che appare indecifrabile per quasi tutto il film, e che è stata una sfida trovare il giusto equilibrio. Sfida superata pienamente, a mio avviso.

Il cast ha mostrato un’ottima chimica, nata dalla fiducia che hanno l’uno nell’altro. Gli attori hanno infatti precisato che è grazie a questa se hanno potuto sperimentare nella recitazione, senza fiducia è difficile lavorare bene.

Merita una speciale menzione la splendida interpretazione di Steve Coogan: il suo Paul è semplicemente strepitoso, ed è supportato egregiamente da Laura Linney nel ruolo della moglie Claire. Ripeto: alta, altissima qualità.

Il film offre spunti di riflessione su diversi temi, dal rapporto genitori-figli all’instabilità mentale, dalla responsabilità civica ai caduti di guerra, fino a una sottintesa rabbia per come è il mondo e per l’impossibilità di cambiarlo – presente anche in altri film di Moverman.

Alla fine, “The dinner” ci pone davanti a un dilemma etico che potrebbe riguardare tutti: proteggere i propri figli a ogni costo o fare il proprio dovere di cittadini? La risposta non è per niente semplice o scontata.

Rilanciamo con un’altra domanda: fino a che punto può spingersi un genitore pur di non riconoscere un crimine commesso da chi ama?

E a proposito di criminalità, Gere ha concluso la conferenza stampa con una presa di posizione politica che ha fatto impazzire di gioia i giornalisti.

Il tasso di criminalità negli Stati Uniti, ha sottolineato l’attore, è aumentato da quando Donald Trump ha iniziato la sua campagna elettorale. La paura spinge a fare cose terribili, e ciò che è peggio è che l’attuale presidente alimenta questa paura, confondendo i rifugiati con i terroristi. Udite, udite, non sono la stessa cosa.

Ragioniamo con la nostra testa e non facciamoci accecare da facili proclami. Siamo tutti essere umani e meritiamo tutti la stessa dignità. Un grande applauso ha salutato Richard Gere e il resto del cast.

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