“Beware of children”: un dramma scandinavo dagli interessanti risvolti

Dag Johan Haugerud dirige un'indagine sociale e psicologica, da cui il pubblico italiano può imparare

Un film di Dag Johan Haugerud. Con Henriette Steenstrup, Jan Gunnar Røise, Thorbjørn Harr, Brynjar Åbel Bandlien, Andrea Bræin Hovig. Drammatico, 157′. Norvegia, Svezia 2019

Durante la ricreazione, la tredicenne Lykke, figlia di un uomo politico del partito Laburista, ferisce il suo compagno di classe Jamie, figlio a sua volta di un esponente del partito conservatore. Quando il ragazzo muore in ospedale, le contraddittorie versioni dell’accaduto rischiano di peggiorare la situazione per la ragazzina. Chi è innocente e chi è colpevole?

 

Come reagirebbe la società nostrana alla tragica morte di un liceale verificatasi a scuola, dopo il litigo con una compagna di classe? Quanti mesi di polemiche e processi mediatici saremmo stati costretti ad affrontare?

“Beware of children” di Dag Johan Haugerud, presentato alle Giornate degli autori, sposta gli eventi in Norvegia. Un’improvvisa tragedia è il punto di partenza per quest’indagine sociale e psicologica che porta lo spettatore a entrare pienamente nell’animo e nella mente dei protagonisti, rappresentativi di tutta la società.

Il film, della durata di ben 157 minuti, è diviso in due parti. La prima è thriller-investigativa; vi vengono ricostruite le dinamiche dell’incidente, e individuate le responsabilità e le mancanze. Una volta accertata l’identità del colpevole, prende il via l’iter legale e giudiziario del caso.

Nella seconda ci si concentra invece sulle reazioni di ogni personaggio legato direttamente o indirettamente alla morte del ragazzo. Perché la tragedia scuote fin dalle fondamenta la vita di professori, genitori, parenti e compagni di scuola.

“Beware of children” è una lunga, dettagliata e in alcuni passaggi lenta ed estremamente verbosa seduta di analisi collettiva compiuta dai personaggi nel tentativo di elaborare il lutto e sforzarsi di comprendere il gesto dell’assassino.

Per lo spettatore italiano – abituato alle reazioni più eclatanti davanti ai drammi – un percorso emotivo ed esistenziale così compito e decorso potrebbe risultare inconcepibile. Nonostante la tragedia, infatti, i familiari della vittima restano sempre fiduciose nei confronti delle istituzioni.

Un film nel complesso interessante e coinvolgente, che però sarebbe stato meglio asciugare. Probabilmente, nelle intenzioni del regista c’era la volontà di realizzare un miniserie o una serie, date anche le potenzialità di sviluppo e approfondimento dei personaggi e delle loro storie.

Sicuramente “Beware of children” può insegnare al passionale e sanguigno spettatore italiano che è possibile rimanere civili e corretti anche quando si viene travolti da eventi inaspettati e dolorosi.

 

Il biglietto da acquistare per “Beware of children” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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