“In dubious battle”: James Franco adatta Steinbeck calcando la mano

Denuncia sociale e lotta per i diritti dei lavoratori nel film presentato alla Biennale di Venezia 2016

Un film di James Franco. Con Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston, Nat Wolf, James Franco. Drammatico, 110′. USA, 2016

Tratto dal romanzo omonimo di John Steinbeck

 

I sindacati oggi, soprattutto in Italia, sono visti dall’opinione pubblica principalmente come delle potenti lobby che frenano il progresso del Paese pur di mantenere il loro status quo, piuttosto che tutelare qualcuno. Ma se guardiamo al passato, non sono troppo lontani gli anni in cui i diritti non erano garantiti, anche nei paesi cosiddetti civili.

Solitamente è durante le crisi sociali ed economiche che la tutela delle classi più svantaggiate viene meno. È stato così, ad esempio, negli Stati Uniti reduci dal crollo del 1929, quando il livello di disoccupazione toccò livelli drammatici, gettando milioni di famiglie sul lastrico.

Negli Stati del sud la situazione era, se possibile, ancora più iniqua e drammatica. I proprietari terrieri, contando sulla fame e sulla disperazione dei contadini, crearono un cartello, imponendo un salario da fame ai raccoglitori di mele, ricattando i lavoratori, disperati e senza alternative.

“In dubious battle” di James Franco, presentato alla Biennale 2016 nella sezione Cinema nel giardino, racconta la storia di London, uno dei tanti lavoratori che ha speso tutto quel che aveva per raggiungere un campo di mele, insieme alla figlia e alla nuora incinta.

Siamo nel 1933, nella California del sud. Al suo arrivo, però, il padrone della terra dimezza il salario concordato, da due dollari a un dollaro al giorno, cifra che rende la vita impossibile.

Mac (Franco) e il nuovo arrivato Jim (Wolf) sono attivisti del partito marxista-leninista, pronti a infiltrarsi tra i raccoglitori per convincerli a scioperare e a rifiutare l’assenza di diritti e i soprusi che stanno subendo. Mac, in particolare, sembra disposto a tutto per la causa in cui crede, anche a dare una spinta agli eventi, se necessario.

James Franco realizza un film di denuncia sociale e storica di forte intensità narrativa, evidenziando ancora una volta come la più grande democrazia del mondo contemporaneo sia stata, meno di un secolo fa, una società illiberale, violenta, dove lo stato di diritto era solo un’utopia.

La sceneggiatura è ben scritta, asciutta, incisiva, con buoni picchi di pathos che coinvolgono.

La regia di Franco è altrettanto di livello, magari di taglio più televisivo, ma puntuale e precisa nel costruire un film profondo e interessante. Il regista si dimostra bravo anche a dirigere il cast, esperto, talentuoso, appassionato.

Il finale, seppure tragico, riafferma con forza il principio secondo cui nessuna società può definirsi moderna e civile senza che i diritti di tutti i lavoratori siano garantiti e tutelati.

 

Il biglietto da acquistare per “In dubious battle” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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