Biennale di Venezia | Giornate degli autori | Caffè

Un film di Cristiano Bortone. Con Hichem Yacoubi, Dario Aita, Fangsheng Lu, Zhuo Tan, Arne De Tremerie, Miriam Dalmazio, Sarah Yimo Li, Koen De Bouw, Ennio Fantastichini, Michael Schermi. Drammatico, 110′. 2016

Dario Aita e Miriam Dalmazio in una scena del film.
Dario Aita e Miriam Dalmazio in una scena del film.

Lo ammetto senza paura, io personalmente sono un drogato di caffè. Ne bevo ogni giorno una grande quantità, ed è questo che mi permette di tenere accesi i miei due neuroni.

Il caffè è un po’ come la vita: è ricco, vario, intrigante, amaro, adrenalinico. Il caffè e l’uomo formano una coppia indissolubile.

Partendo da questo presupposto accettato in ogni angolo del globo, il regista Cristiano Bortone firma la prima co-produzione italo-cinese di sempre, “Caffè“, presentata in anteprima alla Biennale di Venezia, che vedremo nelle sale a partire dal 22 settembre.

Si tratta di un film a episodi in cui lo spettatore si sposta tra Cina, Italia e Belgio, seguendo le vicende del manager cinese Fei, del precario sommelier di caffè Renzo (Aita) e di Hamed, mite proprietario di un modesto banco dei pegni. Tre uomini molto diversi l’uno dagli altri ma accomunati dal desiderio di trovare pace e tranquillità.

Ennio Fantastichini in una scena del film.
Ennio Fantastichini in una scena del film.

Per motivi diversi, è proprio il caffè la molla che fa muovere i tre protagonisti da un’iniziale condizione di stasi e negatività economica.

Se volessimo definire i tre episodi in poche parole potremmo dire che quello cinese è esistenzialistico e intimista, quello italiano più brillante e divertente, infine quello belga è incentrato su tematiche più sociali e politiche.

La regia di Cristiano Bortone è pulita, lineare, creativa, capace di creare il giusto ritmo narrativo e il giusto pathos.

Il cast nel complesso è adeguato al compito e contribuisce alla buona riuscita del film. Degne di una menzione particolare le interpretazioni di Dario Aita e Miriam Dalmazio, che confermano quanto di buono è stato detto e scritto su di loro.

Bere caffè potrebbe anche essere considerato un vizio da qualcuno, ma non si può negare che una semplice tazzina possa regalare grandi emozioni, e voglia di vivere.

 

Il biglietto da acquistare per “Caffè” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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