Al cinema: Rocco

Un film di Thierry Demaiziere, Alban Teurlai. Con Rocco Siffredi, Rozsa Tano, Gabriele Galetta, Kelly Stafford, Mark Spiegler, Abella Danger, John Stagliano. Documentario, 107’. 2016

Rocco, Rocco Siffredi

Alzi la mano chi di voi non ha mai visto, neppure di sfuggita, un film porno. Nessuno? Bene, possiamo dire che almeno siete onesti.

Se almeno una volta l’occhio vi è caduto su una pellicola di questo genere allora non potrete non conoscere, almeno di nome, Rocco Siffredi, da trent’anni uno dei più famosi pornostar in circolazione.

Siffredi è riuscito però ad andare oltre al set, diventando un marchio e costruendosi una risonanza mediatica che di fatto ha sdoganato l’immagine dell’attore porno agli occhi dell’opinione pubblica. Rocco lo abbiamo visto nella pubblicità di una nota marca di patatine, in diversi reality show, persino in film non hard.

Molti italiano hanno sognato, almeno una volta, di essere lui. Non sorprenda quindi che i due documentaristi francesi Thierry Demaiziere e Alban Teurlai abbiano voluto costruire un intero film sull’attore italiano, raccontandone vita personale e professionale, e neppure che la Mostra del cinema di Venezia abbia deciso di presentarlo in anteprima mondiale (nelle sale potrete vederlo dal 31 ottobre al 3 novembre).

Rocco

“Rocco” è un’opportunità interessante per conoscere meglio l’uomo dietro la star, i suoi vizi, i suoi segreti, le sue debolezze.

Siffredi ha perso un fratello quando era giovane e questa tragedia ha segnato lui e soprattutto sua madre, che ha portato il lutto per tutta la vita. È uno dei momenti più belli e toccanti del film, quando il protagonista ricorda con commozione questa donna autoritaria e carismatica, ormai scomparsa.

Un documentario che apre sì allo spettatore le porte del porno, ma soprattutto fa comprendere meglio la filosofia e il modo di pensare delle persone che hanno scelto questo ambito come professione.

Se vogliamo trovare un difetto al progetto è sicuramente la lunghezza, e il carattere dispersivo e caotico della struttura narrativa. Anche il tentativo di dare alla vita e alle scelte di Rocco Siffredi una giustificazione esistenziale e filosofica appare forzato.

Siffredi, a suo modo, può essere considerato un’eccellenza italiana, quindi questo tributo alle sue imprese non stupisce più di tanto. E poi nei cinema si vedono pellicole ben peggiori, non pensate?

 

Il biglietto da acquistare per “Rocco” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio (con riserva); 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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