“Bombay rose”: un film d’animazione che racconta il vero volto dell’India

Tra favola agrodolce, racconto realista e inno all'amore, una pellicola avvolgente e riuscita

Un film di di Gitanjali Rao. Animazione, 93’. India, Francia, Regno Unito 2019

Nella grande città si lotta per la sopravvivenza e una rosa rossa unisce tre storie di amori impossibili. L’amore fra una ragazza irraggiungibile e un ragazzo. L’amore fra due donne. L’amore di un’intera città per le star di Bollywood.

 

La 34° Settimana internazionale della critica si apre con “Bombay rose”, un film d’animazione indiano di genere melodrammatico. Questo è, in estrema sintesi, ciò che rivela sulla pellicola la cartella stampa consegnata al vostro malcapitato inviato. Potete immaginare, quindi, lo stato d’animo con cui mi sono approcciato alla visione.

Ebbene, caro lettore, nonostante alcuni passaggi lenti e ridondanti, il film dell’esordiente Gitanjali Rao può ritenersi, soprattutto grazie alla seconda parte, convincente, romantica e poetica, più che godibile.

La regista dirige una favola agrodolce, capace di suscitare emozioni forti in chi guarda; una dichiarazione d’amore per la città di Bombay, che non nasconde però gli aspetti negativi e controversi della mentalità e della cultura indiana. La sceneggiatura è semplice e lineare ma anche intensa e ricca di umanità.

Il film della Rao ha molte anime. È un racconto realista su una società maschilista e corrotta in cui lo sfruttamento dei minori è all’ordine del giorno, le donne sono considerate semplici oggetti e un uomo per sopravvivere è costretto a rubare i fiori dalle tombe. È un inno all’amore nelle sue diverse sfumature. È un omaggio a Bollywood e all’influenza dell’industria cinematografica indiana sulla vita delle persone comuni.

Il fatto di aver scelto di realizzare un film d’animazione ha permesso a Gitanjali Rao di offrire al pubblico un delicato quanto profondo spaccato dell’India moderna evitando però toni retorici e cadute propagandistiche, che avrebbero depotenziato la forza creativa e narrativa della pellicola.

Una scelta registica apprezzabile anche sul piano sociale e politico; un racconto equilibrato ma chiaro nella sua presa di posizione contro l’illegalità e la mancanza di diritti e tutela per le donne e i minori.

“Bombay rose” colpisce anche per l’intelligente utilizzo dei colori e della musica, che aiutano a creare i presupposti per una visione calda, avvolgente e nel finale quasi struggente, dando allo spettatore la dolce speranza che, alla fine, la bellezza potrebbe davvero salvare il mondo…

 

Il biglietto da acquistare per “Bombay rose” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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