“Bumblebee”: uno spin-off atipico che snatura positivamente il franchise

Hailee Steinfeld protagonista insieme all'Autobot giallo e senza voce del film di Travis Knight

Un film di Travis Knight. Con Hailee Steinfeld, Pamela Adlon, John Cena, Stephen Schneider, Jorge Lendeborg Jr. Azione, 113′. USA 2018

Nel 1987, in una cittadina balneare della California, la giovane Charlie Watson sta per compiere 18 anni. In un momento di solitudine decide di mettere in pratica la sua passione per la meccanica nella discarica automobilistica e qui trova un maggiolino tutto scassato ma decisamente speciale. Si tratta infatti dell’autobot Bumblebee, rimasto ferito in battaglia.

 

Fan e critica sono stati insolitamente compatti nell’esprimere perplessità e pregiudizi all’annuncio del produttore e regista della celebre saga dei “Transformers” Michael Bay di voler realizzare uno spin-off incentrato sul personaggio di Bumblebee.

Al timone del progetto è stato messo Travis Knight, che ha esordito con il film d’animazione “Kubo e la spada magica”, nominato agli Oscar nel 2017.

Personalmente avedo dei dubbi che Knight sarebbe stato in grado di coniugare la propria sensibilità e delicatezza autoriale con l’esagerato e rumoroso parco giochi costruito negli anni da Bay. Ebbene, devo ammettere che “Bumblebee” si è rivelato un piccolo quanto sorprendente miracolo cinematografico.

La sceneggiatrice Christina Hodson prima, il regista poi sono stati capaci di snaturare positivamente il marchio Transformers dando solidità, delicatezza e profondità alla storia, limitando l’aspetto fantasy e centellinando l’utilizzo degli effetti speciali. Con una sola frase potremmo dire che a un giocattolo è stata data un’anima.

“Bumblebee” è uno spin-off atipico, che da un lato permette di capire com’è iniziato il conflitto tra Decepticon e Autobot, dall’altro di approfondire la storia del robot giallo, fedele soldato di Optimus Prime, mandato sulla Terra per costruire una base per la resistenza degli Autobot.

Definito dagli addetti ai lavori una rilettura moderna di film come “E.T.” e “Il gigante di ferro”, personalmente ho trovato anche delle affinità narrative ed emotive con la saga del Maggiolino tutto matto”.

Il successo della pellicola si deve in gran parte alla bella alchimia artistica e umana creatasi tra Hailee Steinfeld (già apprezzata due anni fa nel film indie “17 anni e come uscirne vivi” che le valse una nomination ai Golden Globe) e il suo co-protagonista meccanico.

L’ambientazione negli anni ’80 e la colonna sonora contribuiscono a rendere la pellicola – che garantisce emozioni, azione e una misurata dose di romanticismo – nostalgica e magica. E il pubblico, sorpreso, non può che augurarsi di vedere ancora insieme sul grande schermo Bumblebee e Charlie.

 

Il biglietto da acquistare per “Bumblebee” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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