Cartoline da Cannes 2021: di tamponi e regole apparentemente bislacche

Il vostro inviato è arrivato sulla Croisette per l'edizione - estiva - del Festival 2021

Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’, cantava il compianto Lucio Dalla. Eccomi anche quest’anno – contro ogni previsione? – a inviarvi le mie cartoline dal luogo più glamour e bizzarro del pianeta, il Festival di Cannes

Nel 2021 stiamo toccando vette inesplorate di follia, secondo me. Nell’elegante e mondata Croisette è stato allestito un centro tamponi, con addetti ai lavori e ospiti che, dall’alba al tramonto, si sottopongono al test salivare (vi lascio immaginare la cacofonia di suoni all’interno dei box).

Ma, attenzione! – e qui sta “il bello” – se l’attestato di negatività, inviato per sms nel giro di sei ore, è necessario per entrare al Palazzo del cinema, le sale esterne sono test-free. Libere. Penso che basterebbe questo a far scappare a gambe levate qualsiasi persona dotata di buon senso. E invece eccomi qui. 

Quanto meno, Cannes ha mutato dal Festival del cinema di Venezia dello scorso anno il sistema di prenotazione on-line dei biglietti, che potrebbe sancire la fine delle mitologiche quanto devastanti file sotto il solleone. I rischi di colpi di calore sembrano ridursi, le nevrosi per il vostro inviato aumentano.

Sì perché il nostro badge è ancora una volta di colore giallo – nemmeno la pandemia ha intenerito il cuore dell’ufficio accrediti del Festival! – e questo potrebbe rappresentare il consueto scoglio all’ingresso in sala… 

In Francia sono in vigore praticamente le stesse regole sanitarie italiane, quindi non c’è obbligo di mascherina all’aperto. Eppure girando già in queste prime ore di kermesse per le soleggiate vie cittadine ho notato due tipologie di persone: chi indossa i dispositivi di protezione anche in bagno, e chi solo a sentirli nominare ti fulmina con lo sguardo. Nonostante le temperature elevate e i conseguenti disagi, penso che mi schiererò con i primi. 

Come sarà questo festival di Cannes 2021, versione estiva? È sicuramente presto per dirlo. Quello che mi auguro è che le scelte di Fremaux e soci si rivelino non solo megalomani ma ponderate. Lo scopriremo nelle prossime settimane. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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