Cartoline dal Festival di Cannes: tempo di saluti e di bilanci

Marcello Fonte e Alice Rohrwacher campioni di un cinema che può essere ancora spontaneo e vero

Ci siamo. Anche quest’anno cala il sipario sul Festival del cinema di Cannes, attori e registi sono già sulla via di casa, il vostro cronista fa le valigie e si prepara a lasciare la Francia a sua volta.

Marcello Fonte e Alice Rohrwacher hanno tenuto alto l’onore del cinema italiano in campo internazionale, scrivendo anche una delle pagine più commoventi e divertenti della storia del Festival. L’attore e la regista, infatti, al momento della premiazione sembravano due bambini felici a una festa di adulti, e la loro spontaneità è risaltata, in un settore sempre più arido e cinico.

Questa edizione di Cannes 71, bislacca quanto dimessa, sarà ricordata anche per le dure  parole d’accusa pronunciate da Asia Argento contro Harvey Weinstein e gli altri orchi del mondo del cinema, qualcuno ancora libero di agire indisturbato. Chissà che tra gli illustri personaggi in sala qualcuno non abbia iniziato a sudare freddo…

Mentre il vostro Ulisse si accinge all’agognato rientro a Itaca – Roma -, il bilancio di questa terza esperienza sulla Croisette è quasi un obbligo morale. Cosa porto con me, di questi tredici giorni?

Intanto le lamentele e gli sfoghi dei giornalisti – alcuni più famosi e anziani di me – sul colore del badge, sulle code e sui fastidiosi cambiamenti voluti dal delegato generale  Thierry Fremaux che avrebbero avuto come unico risultato rendere il nostro lavoro più difficile… Ma perché, a Cannes si lavora?

Certo è che le presenze al Festival sono vistosamente calate – basta chiederlo a qualche albergatore o ristoratore per saperlo. Il rischio, se si continua di questo passo, è che Cannes 72 si trasformi in un evento per pochi intimi. Il buon Thierry mediti.

Per lo sconcerto dei colleghi italiani e stranieri, sono sopravvissuto non partecipando a nessuna festa, aperitivo mondano, caffè. Ma per la prima volta sono riuscito anche a non bucare il film vincitore della Palma d’oro! Il merito va a Valeria Lotti, compagna fidata di questi giorni in Croisette.

C’è chi lascia Cannes dimagrito, abbronzato e con un bel bottino di selfie con personaggi di spicco. Il sottoscritto non ha il coraggio di pesarsi, ha un pallore e delle occhiaie che ricordano il conte Dracula, e per quanto riguarda le foto… il regista Terry Gilliam potrebbe illuminarvi a riguardo.

Dite che il mio modo di vivere – e raccontare – Cannes non fa venire voglia ai giovani reporter di provare l’esperienza? Forse è vero, ma vi assicuro io ho già iniziato il count down per il 2019. Perché per quanto bislacco… Cannes val bene due settimane di patimenti! Au revoir.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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