Cartoline da Giffoni: titoli di coda, tra entusiasmo, pellicole da scoprire e qualche critica

Si chiude la 47° edizione del Festival dei giovani, dove le stelle si confrontano con giurie ipercritiche e il programma è fittissimo

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Da stasera il sottoscritto può fornirvi una valida risposta a questi dilemmi esistenziali.

Non perché sia diventato improvvisamente saggio, ma piuttosto perché ha avuto la fortuna di ascoltare a riguardo le parole di una giovane giurata della 47° edizione del Giffoni, intervistata per il video di commiato ideato dallo staff.

Con poche e straordinarie parole la ragazza ha saputo riassumere l’essenza stessa del Festival: “Da quando faccio parte di questo progetto ho trovato le mie risposte alle domande che ognuno di noi si fa almeno una volta nella vita. Per me, molto semplicemente, noi siamo a Giffoni”.

Per otto giorni il vostro inviato ha osservato, vissuto e preso appunti su questo atipico Festival del cinema, per cercare anche di capire i motivi di un successo che dura ormai da 47 anni.

Un amico per cui nutro una profonda stima personale e professionale, Orazio Cerino, durante le nostre piacevoli conversazioni sul cinema e sull’utilità di partecipare a questo o quel festival, si accomiatava sempre dicendomi: “Se non vieni al Giffoni almeno una volta non potrai mai sostenere di aver vissuto a pieno l’esperienza di inviato”.

Seguendo le mie avventure avrete capito, cari lettori, quanto io ami raccogliere le sfide, soprattutto se riguardano il mondo del cinema. Non potevo quindi continuare a rimandare questo “esame Giffoni”.

Aveva ragione il mio amico: dopo aver visto e soprattutto vissuto il festival niente sarà più come prima.

Prima di tutto qui puoi renderti conto della reale popolarità delle star – se gli under18 non ti conoscono, in pratica, oggi non esisti quasi! – e soprattutto se questo o quel talent abbia davvero qualcosa da dire, oltre al personaggio. La prova degli incontri con le giurie, infatti, è stata più ostica di tante conferenze stampa con i giornalisti adulti.

In poco tempo ti accorgi anche della differenza profonda che separa i personaggi americani da quelli italiani.

Bagno di folla per l’attrice americana Julianne Moore al Giffoni.

Vedi Julianne Moore e Bryan Cranston, stelle di prima grandezza venute dall’altra parte del mondo, buttarsi sorridenti tra i fan e rispondere disponibili alla stampa e non puoi non confrontarli con la maggior parte dei talent nostrani, che ancor prima di mettere piede a Giffoni hanno già fatto pervenire una lista cervellotica di domande non gradite, di condizioni e di divieti, che fanno rimpiangere il regime sovietico.

In mezzo a questo grande circo, non puoi non complimentarti con gli abitanti del paese, per la pazienza e disponibilità dimostrata ogni anno, nonostante siano letteralmente invasi.

E anche con gli esercizi commerciali, perché no, che a differenza di quello che succede in molte altre città non alzano i prezzi a dismisura ma restano abbordabili.

Al Giffoni quello che si respira prima di tutto è una vera e sincera passione per il cinema, ancora più incredibile perché espressa dagli occhi e dai sorrisi di 4500 giovani giurati.

I film sembrano passare quasi in secondo piano, tra masterclass, eventi e grandi ospiti, ma qui è anche possibile scoprire alcuni piccoli gioielli cinematografici, futuri grandi registi e talentuosi attori.

Potrei annoiarvi con numerose considerazioni e riflessioni personali su pregi e difetti di questa gioiosa e variegata macchina da guerra ideata, e diretta da Claudio Gubitosi, ma questo non è il momento delle lettere aperte.

Grati di essere stati ammessi per la prima volta nella comunità di Giffoni, suggeriamo magari al vulcanico Gubitosi, quando starà fumando da solo e in silenzio un buon sigaro toscano dopo giorni di caos, di valutare come slogan per il prossimo anno “pari opportunità”, almeno per la stampa accreditata.

Perché, direttore, sono d’accordo con quanto ha affermato in conferenza stampa: bisogna sempre mettersi in discussione, mai adagiarsi, rinascere continuamente. Ecco sarebbe auspicabile che questi propositi fossero applicati anche nella gestione dei giornalisti. Vivere di rendita e di status quo, alla fine, non paga mai.

Il vostro inviato torna a casa e ringrazia il Giffoni e soprattutto i giffoners per la bella esperienza e perché potrò anche io, nei momenti di sconforto durante l’anno, rievocare l’entusiasmo di queste giornate di sole, cinema e passione.

Alla prossima!

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