Cartoline da Venezia 78: “Anamaria, ce l’ho fatta!” (cit.)

Tempo di bilanci e di saluti, dopo il secondo anno di Mostra del cinema nel segno del Covid

Per il secondo anno consecutivo ho lasciato il Lido senza sapere i nomi dei vincitori – e poi sono stato piacevolmente sorpreso di aver puntato, una volta tanto, sul “cavallo” vincente, il bellissimo “L’événement” di Audrey Diwan, con una splendida e intensa Anamaria Vartolomei (che potete ammirare anche nell’immagine di copertina, col vostro uomo mascherato). 

Il covid mi ha privato del piacere di seguire le conferenze finali, uno dei momenti più belli e gioiosi dei Festival. Al di là di questo ho lasciato Venezia stanco, sanificato e (spero) negativo. Anche sereno, perché penso di aver dato il massimo, insieme alle colleghe Federica Rizzo, in presenza, e Concetta Piro e Roberta Turillazzi da remoto. 

Sulla Mostra del cinema è calato il sipario, accompagnato da luci e ombre. L’edizione 78 ha visto un semi-ritorno alla normalità. Ci sono stati assembramenti e fan in delirio per le stelle di Hollywood (Chalamet su tutti), confronti con i colleghi e uffici stampa. C’è stato un sistema di prenotazione dei posti in sala che ha portata a più di una crisi isterica.

Dal punto di vista cinematografico, Venezia 78 ha toccato un buon livello. Non sono mancate le Spira mirabilis, ovviamente, qualcuna anche premiata dalla giuria – preso da un impeto di bontà eviterò di fare i nomi, almeno in chiusura. Ma se date un’occhiata ai miei pezzi non avrete difficoltà a capire di chi sto parlando…

Come il buon Sylvester Stallone sul finale del secondo Rocky chiudo al grido di “Anamaria, ce l’ho fatta!” e vi saluto. Al prossimo Festival. 

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